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Fecondazione eterologa, ecco le prime linee guida | Non più di 25 nati per ogni donatore

Ogni coppia che accederà alla fecondazione eterologa potrà avere più figli nati dallo stesso donatore biologico. È l’indicazione del tavolo di esperti convocato dal Ministero con un ruolo consultivo. Gli esperti hanno spiegato che non sarebbe dannosa la possibilità di consentire ”ulteriori concepimenti dallo stesso donatore/donatrice per la stessa coppia ricevente”.

Ma il limite al numero di nati per ciascun donatore deve basarsi sulle analisi di dati epidemiologici che, ”già effettuate in altri paesi, che limitano a circa 25 le nascite per una comunità di 1 milione di abitanti (nascite in un numero di famiglie non superiore a 10) mantenendo inalterato il rischio di incontro involontario tra consanguinei”.

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”Definire l’immediata disponibilità di norme e l’apertura di uno specifico capitolo di spesa per la realizzazione delle bio-banche pubbliche all’interno di strutture del Sistema Sanitario Nazionale finalizzate alla fecondazione eterologa”. è la richiesta degli esperti del Tavolo tecnico convocato dal ministro. Gli esperti del Tavolo sottolineano inoltre come ”è necessaria la tutela assoluta e inviolabile dei cosiddetti ‘Dati Identificativi’ dei donatori, con unica possibile eccezione in caso di gravissime e straordinarie esigenze sanitarie dove sarà possibile conoscere l’identità genetica/biologica del donatore, e sempre e comunque con esclusione dell’identità biografica, su documentata richiesta decisa da apposita commissione medica”.

Una ”adeguata registrazione dei dati anamnestici familiari del donatore – rilevano ancora gli esperti – consentirà di evitare, attraverso l’incrocio dei dati, con quelli dei potenziali riceventi, il rischio di utilizzare, per la donazione, gameti di un consanguineo del ricevente”. Occorre poi ”prevedere per le donazioni una forma di rimborso che dovrà essere rigidamente regolamentata, analogamente alle donazioni di sangue e midollo, per non vanificare, la possibilità di disporre di gameti e ribadire il valore solidaristico dell’atto oblativo del dono”.

”Gli argomenti di valutazioni di carattere politico, quali l’iter da dover seguire per la piena attuazione in Italia del Disposto della Suprema Corte, non sono state oggetto di nostra discussione”, hanno spiegato i tecnici. Il compito delle Istituzioni sanitarie pubbliche, rilevano inoltre gli esperti nel documento, ”è quello di garantire in tempi brevissimi e certi la possibilità per i cittadini di accedere alle procedure di Procreazione medicalmente assistita con donazione di gameti, senza discriminazioni di carattere economico e territoriale, nel rispetto della Sentenza della Corte Costituzionale che ha affermato la necessità di rimuovere le cause determinanti ‘un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia, in base alla capacità economica”.

Intanto, la Regione Toscana ha deliberato, secondo quanto si apprende, la possibilità di offrire la fecondazione eterologa ai propri cittadini nei centri pubblici, privati e convenzionati. La delibera sarà esecutiva dopo la pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Toscana.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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