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Dl Pubblica amministrazione, c’è la fiducia | Scoppia la “grana Cottarelli”: “Me ne vado”

Mentre al Senato continua la discussione sulle riforme costituzionali tra canguri regolamentari e canguri di peluche – alla Camera procede spedito l’iter del disegno di legge sulla Pubblica amministrazione firmato Madia. Il testo del ministro per la Semplificazione ha ricevuto il voto positivo di fiducia di Montecitorio con 346 sì, 176 no e 10 astenuti.

Per il governo Renzi si tratta della sedicesima fiducia incassata in soli cinque mesi dall’insediamento del suo esecutivo. Uno strumento, quello dell questione di fiducia, contestato più volte all’ex premier Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, e ora utilizzato come e più di prima per portare avanti il programma di governo senza rischiare di inciampare nella discussione d’Aula. L’assemblea dovrà esprimersi sui 167 ordini del giorno presentati sul testo, per poi procedere con le dichiarazioni di voto. Il provvedimento deve quindi andare al Senato.

Ma sul dl Pubblica amministrazione è scoppiata la “grana Cottarelli”. Il commissario straordinario per la spending review, infatti, dopo l’emendamento votato alla Camera che consente quattro mila pensionamenti nella scuola, è sbottato e ha lanciato un allarme dal suo blog. “Per coprire i costi si sono usati i risparmi futuri della spending. Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa – ha spiegato chiaramente – il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro. E solo riducendo le tasse sul lavoro si può creare nuova occupazione”.

“Si sta diffondendo la pratica – scrive Carlo Cottarelli – di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali”. Insomma, spiega con malcelata ironia il titolo del blog: “La revisione della spesa come strumento per il finanziamento di nuove spese”. Il commissario ha minacciato di andare via in autunno se il governo Renzi non comincerà a prendere più sul serio il taglio delle spese necessario per rimettere a posto i conti pubblici.

Intanto, al Senato, gli emendamenti soppressivi presentati nella notte al dl Competitività hanno cancellato il tetto agli stipendi dei manager della pubblica amministrazione. Molti i tagli del governo al testo: si va dall’eliminazione del tetto agli stipendi dei manager Pa al pagamento dei crediti per 535 milioni a Poste italiane, dal limite della soglia per uso del contante a stranieri e turisti alla Scia per fare impresa. Rimane invece la doppia soglia Opa. Erano questi i nodi caldi del provvedimento così come lo ha modificato il Senato.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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