La triade Renzi-Boschi-Grasso ce l’ha fatta. Le riforme costituzionali hanno ottenuto il primo via libera dal Senato. E lo hanno ottenuto l’8 agosto, come aveva stabilito la Conferenza dei capigruppo che, applicando la regola del canguro, ha permesso di limitare gli effetti dell’ostruzionismo delle opposizioni, che avevano presentato quasi ottomila emendamenti al ddl.
Soddisfatto il ministro Maria Elena Boschi, che in Aula al Senato ha detto: “Il lavoro che ci attende è ancora lungo e complesso, ma è un passaggio fondamentale, che ha comportato un lavoro impegnativo di quattro mesi”. L’entusiasmo del premier si esprime su Twitter:
Ci vorrà tempo, sarà difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potrà più fermare il cambiamento iniziato oggi #italiariparte #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 8 Agosto 2014
Altissimo durante le sedute che hanno portato al voto il livello dello scontro tra le opposizioni, Movimento 5 Stelle in testa, e presidenza del Senato. Contestato soprattutto il metodo con cui è stata gestita la discussione sulle riforme costituzionali. Alla fine, tutte le opposizioni (Lega Nord, Sel, M5S e Grandi autonomie) hanno deciso di non partecipare alla votazione finale, così come i senatori dissidenti del Pd. I senatori grillini hanno addirittura deciso di abbandonare l’Aula. Un grave vulnus nell’esercizio della democrazia, con una riforma dell’ordinamento italiano che viene approvato sostanzialmente dalla metà dei partiti rappresentati in Senato.
Il voto favorevole dell’Aula di Palazzo Madama, comunque, è arrivato con 183 voti a favore, nessun contrario e quattro astenuti. Sono in tutto 16 i ‘dissidenti’ Pd sul ddl riforme. Secondo quanto emerso dai tabulati, 14 senatori Dem non hanno partecipato al voto finale, due gli astenuti. Diciannove, invece, i ‘frondisti’ FI che, secondo i tabulati, non hanno votato ai quali si aggiungono otto esponenti di Ncd e due del gruppo Per l’Italia.
Il testo passa adesso alla Camera dei deputati per la seconda lettura. Le leggi di riforma costituzionale devono essere approvate con quattro voti favorevoli sullo stesso identico testo, due del Senato e due della Camera dei deputati.
Ecco i punti caratterizzanti del nuovo Senato e del nuovo Titolo V della Costituzione.