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No al Bonus Irpef per incapienti e partite Iva | Renzi alla ricerca di 13 miliardi di euro

“Progetti tanto segreti che nemmeno il Governo li conosce”. Scherza il premier Matteo Renzi su Twitter a proposito del “negoziato segreto” tra l’Italia e l’Unione europea sui conti italiani. Dopo le smentite del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e del portavoce del commissario Ue per gli Affari economici Olli Rehn, Simon O’Connor, anche il presidente del Consiglio nega l’esistenza di un rapporto sul possibile dimezzamento allo 0,25% dell’obbligo imposto ai paesi meno virtuosi di ridurre dello 0,5% annuo il saldo di bilancio strutturale, ovvero il rapporto tra il Pil reale e il Pil potenziale al netto del ciclo economico e delle una tantum.

La linea politica del governo italiano nel semestre di presidenza europeo è quella di ottenere uno spostamento del baricentro della strategia comune sulla crescita, ma di “favori” il governo Renzi non sembra intenzionato a chiederne.

E, sempre con la stessa verve ironica, il premier Renzi annuncia uno dei prossimi progetti del Consiglio dei ministri.

Nel frattempo l’Italia dovrà presentare la nota di aggiornamento del Def e poi, entro il 15 ottobre, la legge di stabilità, e solo allora la situazione dei conti pubblici italiani – abbinata allo stato di avanzamento delle riforme – verrà attentamente valutata da Bruxelles. Stando solo alle misure già indicate, per la manovra 2015 serviranno almeno 13 miliardi di euro.

Il bonus Irpef non sarà con ogni probabilità allargato a incapienti e partite Iva come inizialmente promesso, ma il costo annuo è comunque di 10 miliardi di euro: 3,5 sono di fatto già stati trovati quest’anno, visto che le misure di spending review utilizzate (sempre che si concretizzino in toto) sono strutturali, mentre 6,5 restano ancora da cercare con i nuovi piani di razionalizzazione della spesa. Già coperto con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie è il taglio dell’Irap del 10%, stavolta a regime per tutto l’anno.

Da finanziare restano però circa 4 miliardi delle cosiddette “spese indifferibili” che si ripropongono ogni anno, come missioni militari, autotrasporto, cig, 5 per mille ecc.., ed altri 2,4 miliardi di aggiustamento, eredità del governo Letta (rivisti dagli iniziali 3 miliardi) da coprire, anche in questo caso con la spending del commissario Cottarelli. Pena una riduzione delle detrazioni fiscali e quindi un aumento delle tasse che Renzi vuole assolutamente evitare.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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