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Dopo 35 anni, aumenta lo strato di ozono. Ma rimane l’emergenza riscaldamento globale

Lo strato di ozono, dopo 35 anni, sta iniziando a ricostruirsi: è quanto rilevato dal rapporto della commissione scientifica dell’Unep (Programma delle Nazioni unite per l’ambiente) e dell’Omm (Organizzazione metereologica mondiale), in cui viene evidenziato che il ripristino dello strato sia dovuto soprattutto all’eliminazione di alcune sostanze chimiche, come i gas Cfc.

Gli esperti sostengono che per una totale restrizione del buco bisognerà aspettare il 2050, a patto che venga rispettato il piano mondiale sullo strato dell’ozono: “Entro il 2030 avrà impedito due milioni di casi di cancro alla pelle ed evitato danni al sistema immunitario e problemi agli occhi, protetto la fauna e l’agricoltura”, ha affermato Achim Steiner, direttore esecutivo di Unep.

“L’azione internazionale sull’ozono è un grande successo ambientale, ma lo stesso livello di urgenza e unità dovrebbe essere usato per affrontare l’enorme sfida del riscaldamento climatico”, ha precisato Michel Jarrau, segretario generale di Omm.

Se infatti il Protocollo di Montreal, siglato nel 1987, sta dando i suoi frutti, non si può affermare lo stesso sui piani relativi al contenimento del surriscaldamento globale, il quale, qualora venisse anche in parte ridotto, permetterebbe una quasi completa ricostruzione dell’ozonosfera.

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