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Arrestato il latitante Gaetano Cerci | Gestiva un traffico illegale di rifiuti

È stato arrestato dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta il latitante Gaetano Cerci, 49 anni. Cerci, affiliato al clan dei casalesi, fazione Bidognetti, è colui che per conto del sodalizio criminale si dedicava alla ricerca dei siti per lo smaltimento illegale dei rifiuti.

Il 24 luglio scorso fu destinatario di una ordinanza per il reato di estorsione, ma fu scarcerato dal Tribunale del Riesame l’11 agosto. Il giorno seguente, sulla basa di un fondato pericolo della reiterazione dei reati, fu emessa una nuova ordinanza cautelare in carcere. Da quel momento inizia la latitanza di Cerci, conclusasi questa notte alla stazione ferroviaria di Salerno.

Cerci, infatti, per eludere i controlli, su un treno proveniente dal Nord, aveva scelto la stazione di Salerno, ma i militari del Reparto Operativo del Comando provinciale di Caserta lo hanno intercettato.

Più pentiti, tra cui da ultimo Francesco Della Corte, colui che qualche mese fa con le sue dichiarazioni diede l’avvio ad una campagna di scavi alla ricerca di rifiuti tossici tra Villa di Briano e Casal di Principe, hanno chiamato in causa Cerci. “Il traffico di rifiuti tossici dal Nord alle campagne del Casertano – ha raccontato pochi mesi fa Della Corte in uno dei processi che vede imputato l’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino – era gia’ in corso dall’inizio degli anni ’90; a gestirlo era il boss Francesco Bidognetti tramite Gaetano Cerci e Cipriano Chianese, che si definiva massone e aveva contatti con Licio Gelli. Le sostanze, in particolare mercurio, fanghi e vernici provenienti dalle industrie del nord, venivano messi in bidoni di ferro e sotterrati almeno inizialmente in fondi agricoli, in particolare nei Comuni di competenza del clan Bidognetti, come Cancello e Arnone, poi in discariche dismesse. Dal boss ho saputo anche che tali sostanze nocive sono state smaltite nel fiume Volturno e soprattutto sotto l’asse mediano Nola-Villa Literno”. Gli scavi di alcuni mesi fa non hanno pero’ fatto emergere i famosi fusti, ma dal sottosuolo sono comunque stati dissotterrati rifiuti pericolosi provenienti proprio dalla realizzazione della Nola-Villa Literno.

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