Dopo oltre tre secoli di legame col Regno Unito, la Scozia potrebbe sciogliersi e diventare indipendente: le urne sono chiuse, è cominciata la notte della verità che si concluderà con ogni probabilità alle prime luci dell’alba di venerdì, quando dovrebbe essere ultimato lo spoglio delle schede referendarie.
Un’affluenza record, senza precedenti: hanno votato il 97% degli aventi diritto al voto, 4,2 milioni di persone a partire dai 16 anni di età. Di questi, secondo un sondaggio Ipsos Mori, il 53% sarebbe contrario all’indipendenza, contro il 47% favorevole alla scissione della Scozia da Londra. Una scissione che avrebbe notevoli conseguenze politiche in Europa.
“Oggi si decide e non si può più tornare indietro”. Too close to call: il margine di voti tra le due fazioni, secondo gli esperti del voto e anche stando agli exit poll, è troppo esiguo per poter prevedere chi vincerà. Una sfida all’ultimo voto, insomma.
Nel corso della giornata sono stati registrati diversi episodi di violenza: a Clydebank un indipendentista è stato arrestato per aver aggredito un unionista che aveva espresso pubblicamente la sua volontà di voler votare per il “no”; a Glasgow un 75enne, non vedente, è stato colpito con un pugno in faccia mentre faceva volantinaggio a favore del movimento unionista; stessa sorte per un altro 70enne di Airdrie, nel North Lanarksgire, che è stato assalito da un gruppo di giovani.
“Il Regno Unito è uno straordinario partner per l’America e una forza per il bene in un mondo instabile. Spero che resti, forte, robusto e unito”. ha dichiarato Barack Obama, che si è schierato pubblicamente a favore del no.