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Genova, Renzi: “Pronti due miliardi” | Contestato il sindaco: “Vai a casa” /VD/FT

È ancora preoccupante, viste le pessime previsioni meteo, la situazione a Genova e nei comuni vicini, sommersi dall’alluvione che ha già provocato la morte di una persona. Sale il bilancio dei danni, stimati in 300 milioni. Allerta massima fino a lunedì. Una barricata è stata creata vicino allo stadio di Marassi per protesta contro il ritardo dei soccorsi. La Regione ha chiesto lo stato d’emergenza e il sindaco di Genova, Marco Doria, ha disposto la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e dell’Università anche per la giornata di lunedì prossimo, 13 ottobre.

>LE PAROLE DEL PAPA PER GENOVA

Il sindaco di Genova è stato poi duramente contestato dai commercianti del centro storico mentre si stava tenendo un sopralluogo alle zone alluvionate. “Pagliacci, ancora parlate, dimezzatevi gli stipendi”, hanno detto i commercianti. “Prendi la pala e pulisci”, ha detto un altro.”Vai a casa” gli è stato detto.

E il primo cittadino ha cercato di rispondere alle richieste della cittadinanza esasperata annunciando ai microfoni di Rainews24 la sospensione del pagamento di Tasi, Imu e Tari. Poi ha dichiarato: “Le dimissioni? Posso anche pensarci e se fossi sicuro che le mie dimissioni accelerassero le procedure per gli interventi lo farei anche subito”.

E di Genova ha parlato anche il premier Matteo Renzi: “Basta scaricabarile: è il tempo del coraggio e nessuno può tirarsi indietro”, scrive il premier in un lungo post su Facebook. “C’è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l’unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione”, spiega il premier. “Spalerò il fango della burocrazia”, ha dichiarato il presidente del Consiglio, che ha anche aggiunto che “il Governo metterà subito a disposizione due miliardi di euro”.

In strada tornano gli “angeli del fango”, centinaia di cittadini, soprattutto giovanissimi si sono messi a disposizione per ripulire Genova come avevano fatto già nel 2011. Il tam tam è partito nei social network. I municipi hanno organizzato punti di raccolta, distribuito i guanti e le vanghe.

 

“Lo Stato è impotente. Nelle condizioni attuali, come si è visto giovedì a Genova, non è in grado di tutelare le vite dei cittadini. E la Protezione civile è senza mezzi, è come se mi avessero mandato sul fronte con una scatola di aspirine per una guerra non voluta da me”. Queste le parole del capo della Protezione civile Franco Gabrielli, intervistato da Repubblica.

“Una previsione meteo è stata sbagliata, ma da qui a crocifiggere chi ha sbagliato ne corre. La colpa di Genova, e di tutte le calamità che stanno accadendo, e’ del grande deficit culturale del nostro Paese sul tema della protezione civile”. “Nel 2013 il governo si è dimenticato di finanziare il Fen, il Fondo per l’emergenza nazionale. Lo ha fatto poi nel 2014 stanziando 70 milioni di euro”.

Le emergenze nazionali dichiarate negli ultimi tre anni, continua il prefetto, hanno provocato danni accertati per “due miliardi e 300 milioni”. Per questi danni, “ci sono solo 70 milioni. E questo fondo, nella metafora della guerra, sarebbe la famosa cassetta delle aspirine”. “E allora perché ci si stupisce della sua esiguità solo quando ci sono disastri e morti?”. Gabrielli afferma ancora: “io pongo il problema che in questo Paese, a distanza di 30 mesi da quando sono stati stanziati i fondi, si stia ancora dietro alla carta bollata”. “I 35 milioni per il torrente Bisagno, non spesi per una girandola di ricorsi dopo l’assegnazione della gara, e’ uno scandalo della burocrazia pubblica”.

Stefania Brusca

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Stefania Brusca
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