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Appalti truccati, scatta l’operazione “Monopolium” | Due arresti nel Palermitano /VIDEO/FOTO

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa.

L’operazione, denominata in codice “Monopolium”, avrebbe consentito di accertare presunti interessi mafiosi in una serie di appalti pubblici con la complicità di funzionari pubblici e professionisti. Nei confronti di due indagati (una funzionaria del Comune di Misilmeri ed un ingegnere) sono stati disposti dal Gip di Termini Imerese gli arresti domiciliari, mentre otto professionisti sono destinatari della misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione.

Secondo i militari Irene Gullo, dirigente presso il comune di Misilmeri con funzioni di direzione dell’Area IV relativa ai lavori pubblici, avrebbe aggiudicato la progettazione di diverse opere a Paolino Rizzolo. La Gullo in particolare, per poter affidare direttamente la prestazione professionale, evitava la predisposizione di una procedura con pubblicazione di un bando di gara mantenendo artificiosamente basso il valore dell’incarico, così rimanendo al di sotto della soglia di 100.000 euro al di sopra della quale, invece, sarebbe sorto l’obbligo giuridico di procedere mediante la pubblicazione di un bando di gara.

Le gare d’appalto per le quali sono state accertate le condotte illecite riguardano: l’affidamento del servizio di progettazione esecutiva, direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione delle opere di regimazione idraulica in contrada Piano Stoppa di Misilmeri. E ancora la progettazione definitiva, esecutiva e il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione dei lavori di restauro del “Castello dell’Emiro” di Misilmeri, l’affidamento dei servizi di progettazione definitiva, esecutiva e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione per la realizzazione di un impianto sportivo su un terreno confiscato alla mafia presso il Comune di Misilmeri. Per alcune opere sia la Gullo che Rizzolo dovranno rispondere anche di aver falsamente attestato l’appaltabilità e, dunque, la fattibilità delle opere, nonostante l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, il 25 aprile 2012, avesse segnalato che “la realizzazione di tali opere avrebbe potuto provocare dei fenomeni di esondazione del canale principale”

L’inchiesta è una tranche di un’operazione antimafia che portò all’arresto di cinque persone e ad un avviso di garanzia per l’ex sindaco di Misilmeri, Piero D’Alì, del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Cimò, e del vicepresidente, Giampiero Marchese. Tra i destinatari delle misure cautelari allora ci fu anche Antonio Messicati Vitale, riarrestato nei giorni scorsi e ritenuto capo della cosca di Villabate e Vincenzo Ganci, candidato alle ultime elezioni al Consiglio comunale di Palermo. Dopo il blitz il Comune venne sciolto per mafia. Nel 2011 la Gullo venne allontanata dal suo incarico e fu allora che il nuovo capo dell’ufficio tecnico del Comune si accorse delle irregolarità, avvertì l’assessorato, ma dovette poi cedere di nuovo il posto alla donna richiamata in servizio.

 

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