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Almaviva, ancora un nulla di fatto al Ministero | I sindacati: “Servono soluzioni entro l’anno”

Un milione di euro al mese persi. È questo il dato preoccupante che il presidente di Almaviva, Marco Tripi, ha portato all’incontro a Roma, al Ministero per lo Sviluppo economico, parlando dei bilanci dei call center Almaviva Contact.

Il tavolo tecnico sulla vertenza della più grande azienda di call center d’Italia si è aggiornato oggi dopo poco più di due mesi dall’ultima convocazione. Presente, oltre all’azienda e ai rappresentanti sindacali, il vice ministro Claudio De Vincenti, che si sta occupando della questione. Almaviva, infatti, dopo aver interessato le istituzioni regionali siciliane, dove si trova la maggior parte dei dipendenti, ha trasferito al governo nazionale la vertenza con cui si chiede di contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni e delle gare al massimo ribasso.

Nell’ultimo incontro, prima della pausa estiva, il Ministero aveva assicurato che avrebbe verificato l’esistenza delle condizioni per poter predisporre per Almaviva un pacchetto di agevolazioni come quelle messe in campo per Electrolux. Verifiche che, a quanto pare, non si sono ancora concluse.

Il viceministro ha preso, inoltre, un altro impegno: ha dato mandato al garante per la Privacy di controllare eventuali rischi per il trattamento dei dati personali nei casi in cui le telefonata vengano prese e registrate all’Estero.

Nel corso dell’incontro, è stato evidenziato anche che Almaviva potrà usufruire del taglio dell’Irap previsto dalla legge di Stabilità targata Renzi. Tripi, comunque, ha fatto presente – riferiscono fonti sindacali – che non basta: urgono misure urgenti, che arrivino entro massimo gennaio, perché se si dovesse arrivare all’anno nuovo, in particolare a maggio, l’azienda non potrebbe più usufruire di ammortizzatori sociali, quali i contratti di solidarietà, e sarebbe dunque costretta ad attivare le procedure per la mobilità dei dipendenti.

“Un incontro che – dice Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil – nonostante la disponibilità e l’impegno dimostrato dal Ministero, ad oggi, a metà ottobre, è stato ancora una volta interlocutorio e non ha portato a soluzioni concrete per la vertenza. Servono al più presto regole strutturali sul settore delle telecomunicazioni”.

“Almaviva si è dimostrata un’azienda affidabile nel mantenimento dell’occupazione – dicono dalla Fistel Cisl – ma oggi abbiamo la consapevolezza che la mancanza di interventi regolatori porterà al collasso occupazionale”.

Al tavolo tecnico si è parlato anche del caso “060606”, il servizio di Roma Capitale che Almaviva ha perso per l’ennesima gara al massimo ribasso a vantaggio di aziende che usufruiscono delle delocalizzazioni.

Il prossimo incontro per Almaviva è stato riaggiornato tra dieci giorni, mentre ai primi di novembre al Ministero sarà convocato il tavolo generale sulla crisi dei call center.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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