Stato-mafia, Napolitano risponde alle domande | Mai pronunciata la parola “trattativa”

di Maria Teresa Camarda

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Stato-mafia, Napolitano risponde alle domande | Mai pronunciata la parola “trattativa”

| martedì 28 Ottobre 2014 - 14:33

La deposizione del capo dello Stato Giorgio Napolitano davanti alla Corte d’Assise di Palermo, in trasferta per l’occasione al Quirinale, nella sala del Bronzino, è durata tre ore. Il presidente della Repubblica – secondo le prime informazioni – ha risposto a diverse domande delle parti, anche ad alcune domande poste dal legale di Totò Riina; per altre invece Napolitano si sarebbe avvalso della facoltà di non  rispondere.

Ma una nota ufficiale del Quirinale precisa, con una nota: “Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che aveva dato la sua disponibilità a testimoniare,  ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa”.

“La Presidenza della Repubblica – prosegue la nota – auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l’acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all’opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità”.

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La parola ‘trattativa’ – ha riferito un legale della difesa – non è mai stata usata”Il presidente della Repubblica “ha tenuto sostanzialmente a dire che lui era uno spettatore di questa vicenda”, ha raccontato l’avvocato Luca Cianferoni, legale di Totò Riina. Cianferoni si è lamentato anche del fatto che il capo dello Stato “ha consultato delle carte durante la deposizione: lui ha avuto modo di avere quelle carte che il 15 ottobre sono arrivate dai pm di Firenze e che a noi parti private hanno richiesto una certa attività. Questo un teste normale non può farlo”.

“Oggi, grazie alla testimonianza di Giorgio Napolitano – ha detto il pm Nino Di Matteo – abbiamo acquisito ulteriori e importanti elementi di conoscenza anche a conforto della nostra tesi processuale”. Di Matteo ha posto le domande al presidente della Repubblica insieme con il procuratore aggiunto Vittorio Teresi. I rappresentanti dell’accusa si ritengono “molto soddisfatti” dalla testimonianza di Napolitano che oggi ha parlato, durante la sua testimonianza, del periodo dopo le stragi mafiose del ’93. “Si trattava di un’ulteriore tappa – ha detto Napolitano – della strategia stragista dei corleonesi che ponevano allo Stato un auto aut: ‘O alleggerite la pressione carceraria o continuiamo con le stragi e destabilizziamo l’ordine costituzionale'”.

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