Il calcio italiano rischia, il Coni taglia i contributi. Tavecchio attacca: “Qui sono tutti contro di noi”

di Redazione

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Il calcio italiano rischia, il Coni taglia i contributi. Tavecchio attacca: “Qui sono tutti contro di noi”

| mercoledì 29 Ottobre 2014 - 15:25

La delibera del Coni di tagliare i contributi destinati alla Figc da 62,5 a 37,5 milioni non poteva che scuotere violentemente i vertici del calcio italiano. Le parole del presidente Tavecchio suonano come un appello disperato: “Dateci tempo dinanzi a una decisione così, il calcio ha la sensazione di essere solo contro tutti. Sto chiedendo una cosa grande – dichiara rivolgendosi ai colleghi presenti nel Consiglio del Coni  – ovvero  di rivalutare la contribuzione, altrimenti, se non fosse possibile, di darci il tempo ragionevole per poterla applicare”.

La risposta di Gianni Petrucci non fa che alimentare ulteriormente lo scontro: “La revisione dei conti è sacrosanta. Il calcio è arrogante, una parte di esso è contro il mondo dello sport – Ci vuole umiltà, quando sento un dirigente che dice che ‘dobbiamo finanziare la federazione delle palline e delle piumette’ (il badminton, ndr). Questa è arroganza, un’umiliazione”.

“Il mondo dello sport non è contro il calcio. Forse una parte del calcio è contro il mondo dello sport – prosegue l’attuale presidente della Federbasket ed ex presidente del Coni – Se oggi 75 persone la pensano in un modo, il calcio si faccia anche un esame di coscienza. Complimenti a Malagò perché ha iniziato un processo. In Italia c’è una sorta di monocultura calcistica e Tavecchio oggi ne ha dato l’esempio. Che si voglia rivedere quei parametri è sacrosanto”.

Tavecchio e la Federcalcio sono con le spalle al muro, non resta che percorrere la strada della conciliazione: “Noi metteremo a disposizione tutte le nostre risorse perché non vogliamo sentirci uno tra 75 – numero uno del calcio italiano – Oggi sono tutti contro il calcio. Voi potete anche avere ragione ma dateci tempo di programmare. I miei colleghi in Figc hanno l’impressione di essere soli contro tutti. C’è stato un iter che ha portato ai tagli, ma poi è stata la politica a scegliere”.

Infine una battuta sull’ipotesi circolata nelle ultime ore a proposito di una clamorosa uscita dal Coni: “Noi vorremmo stare ancora dentro. Il problema è che ci costringono ad applicare delle procedure che umiliano i rapporti – chiosa Tavecchio – Entrare in concorrenza sulle scommesse? Attueremo una trattativa fino alla metà di questo mese poi il consiglio deciderà collegialmente, visto che il consiglio si è espresso in maniera critica sulla decisione del Coni”.

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