Almaviva Contact, “nel doveroso rispetto delle sentenze della magistratura“, precisa in una nota di “aver sempre operato secondo le norme, anche applicando l’accordo dell’1 agosto 2013 disciplinante il lavoro a progetto nell’ambito dei call center, accordo sottoscritto dalla stessa Slc Cgil”.
“Attraverso recenti pronunciamenti su analoghi e numerosi casi, lo stesso Tribunale del Lavoro di Palermo – aggiunge la nota – ha ripetutamente stabilito un esito favorevole all’azienda, riconoscendone le ragioni e la correttezza dei comportamenti, e sancito significativi precedenti in materia”.
AlmavivA Contact scrive inoltre che “il tentativo di utilizzare controversie in tema di lavoro, al di là di presunti torti e ragioni, per esasperare improvvidi conflitti e fabbricare nemici di giornata, somiglia più ad un’irresponsabile speculazione sulla dignità dei lavoratori piuttosto che alla genuina difesa dei loro diritti”. L’azienda giudica, infatti, “totalmente irricevibili toni e contenuti della dichiarazione del segretario provinciale della Slc Cgil Maurizio Rosso, basata sul falso assunto che la società abbia deciso di investire in Sicilia in virtù di particolari sovvenzioni regionali. Al contrario, Almaviva Contact ha portato in questo territorio attività e commesse, investendo negli anni milioni di euro e consolidando buona e stabile occupazione”.
“La diffusione di notizie irreali in un momento di così grande sofferenza del settore, non aiuta di certo a far comprendere l’entità della crisi in cui versano gli operatori di customer care in outsourcing. Sarebbe auspicabile che chi fa sindacato, piuttosto che di casi individuali e contradditori, si rivolgesse alle vere emergenze sociali che attraversano il settore – in particolare sul territorio palermitano -, che derivano innanzitutto dai fenomeni di delocalizzazione selvaggia e dall’insostenibile corsa al ribasso delle tariffe”.