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Ferguson, l’agente: “Ho la coscienza pulita” | Obama: “Non ci sono scuse per gli scontri”

“Mi dispiace molto, per la perdita di una vita, ma ho fatto semplicemente il mio lavoro”. Non si pente l’agente Darren Wilson, l’uomo che ha sparato e ucciso il 18enne nero Michael Brown, in un’intervista alla ABC News.

L’intervista è la prima del poliziotto dopo la tragedia avvenuta il 9 agosto scorso. Da allora, l’agente Wilson non è mai comparso in pubblico se non per sposarsi con una collega, il 24 ottobre scorso. Wilson si dice dispiaciuto, ma afferma che la sua coscienza “è pulita perché stavo facendo il mio lavoro”.

Wilson ha poi descritto all’anchorman George Stephanopoulos la dinamica di quanto accaduto quel giorno e che il teenager ha afferrato la sua pistola mentre il poliziotto era dentro l’auto. Lui, Wilson, temeva per la sua vita e “ho dovuto sparargli. Mi dispiace, ma non avrei fatto nulla di diverso” quel giorno, ha detto. L’intervista giunge il giorno dopo la decisione del Gran giurì di non incriminarlo, decisione che ha provocato le proteste violente non solo a Ferguson, ma nelle principali città americane.

Washington DC, New York, Los Angeles, Atlanta, Boston, Philadelphia, Oakland e Seattle sono state teatro delle maggiori manifestazioni, che hanno avuto un tono pacifico, salvo incidenti sporadici e alcuni arresti.

Intanto dopo l’ondata di violenze seguite alla sentenza del grand jury della contea di St Louis, Ferguson – una piccola città di poco più di 20mila abitanti – è stata blindata con 2mila agenti della Guardia Nazionale e agenti di altri corpi di sicurezza.

“Dare fuoco ad edifici, bruciare auto, distruggere proprietà” sono atti distruttivi “e non ci sono scuse per questo”, ha affermato il presidente Obama riferendosi alle violenze a Ferguson. Ma “le frustrazioni che abbiamo visto non sono solo per un particolare incidente, hanno radici profonde in molte comunità”, ha detto ancora in un discorso a Chicago.

Angelica Serrai

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