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Termini Imerese, firmato l’accordo al ministero | Guidi: “Uno spiraglio di luce per il lavoratori”

Termini Imerese mette alle spalle lo storico marchio Fiat. Dal primo gennaio il brand sui cancelli della fabbrica siciliana, a pochi metri dal mare in quella che fu via “Gianni Agnelli” ma ribattezzata via “1 maggio” dopo la chiusura decisa dal Lingotto, sarà quello di Blutec, newco del gruppo Metec/Stola.

L’ultima parola è toccata agli operai, che non hanno disatteso l’auspicio di Renzi sulla buona riuscita dell’operazione: “Anche questo è jobs act”, ha cinguettato su twitter il premier. L’assemblea, riunita nell’aula consiliare del comune, in serata ha dato mandato alle rappresentanze sindacali di Fim Fiom e Uilm di firmare l’accordo raggiunto ieri al ministero per lo Sviluppo a conclusione di un lungo vertice. Con la firma dell’intesa parte la nuova stagione industriale.

“Il governo ritiene che sia stata avviata a soluzione la crisi determinata dalla decisione del gruppo Fiat di cessare la produzione nel sito siciliano”, si legge nell’intesa. Tre pagine in cui vengono stabiliti i paletti del progetto industriale di Blutec da circa 300 milioni di euro, le tutele al reddito dei lavoratori coinvolti nel trasferimento del ramo d’azienda (Fiat e Magneti Marelli, circa 760 persone) con le garanzie anche per gli operai dell’indotto (circa 300) e gli impegni delle istituzioni, Stato, Regione siciliana e comune di Termini Imerese. “Vista la rilevanza generale della crisi industriale di Termini Imerese”, il governo assicura che “è impegnato a monitorare costantemente il suo sviluppo”. E “ciò vale tanto più quando si prospetta una soluzione industriale ritenuta valida”.

Per il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, “l’accordo è un ottimo risultato, speriamo davvero possa offrire uno spiraglio di luce e di prospettiva per tanti lavoratori siciliani in lotta da tempo per il futuro non solo dell’ex stabilimento della Fiat ma anche dell’indotto”. Parla di “speranza riaccesa” il leader della Uil, Carmelo Barbagallo (ex dipendente Fiat proprio a Termini Imerese), secondo cui “bisogna dare atto al governo dell’impegno”. Per il leader della Fiom, Maurizio Landini ora “c’è la possibilità di aprire un nuovo capitolo industriale a Termini Imerese”.

L’operazione partirà dal primo gennaio col trasferimento in Blutec dei lavoratori Fiat e Magneti Marelli, che manterranno i livelli retributivi. Chi ha i requisiti per l’accompagnamento alla pensione, circa 130 tute blu, riceverà un incentivo all’esodo di cui si fa carico Fiat che, tra l’altro, liquiderà il Tfr al personale che transiterà in Blutec. Nella fase pre-produzione, Blutec potrà fase ricorso alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione: il ministero del Lavoro ha concesso due anni di cig più eventuali altri due anni. L’azienda si è impegnata ad assorbire gradualmente i lavoratori. Due gli step. In una prima fase Blutec si concentrerà sulla componentistica: chimica automotive, engineering, illuminazione, allestimenti speciali; l’investimento programmato è di 96,5 milioni, La produzione partirà alla fine del 2015: nel 2016 l’organico dovrebbe attestarsi sulle 200 unità, 400 nel 2007. La parte della componentistica dovrebbe occupare in totale 400 operai. La seconda fase riguarda la realizzazione di auto ibride ed elettriche, una di segmento A e un’altra di segmento C, con una stima di 10 mila vetture all’anno; il settore auto, a regime, impiegherà altri 400 operai. In totale, dunque, saranno 800 i lavoratori in organico nel 2018. Spazio, nel piano, anche per la creazione di un indotto locale. Tutto nell’ambito dell’accordo di programma, con 280 milioni di fondi pubblici.

Dopo il via libera dell’assemblea dei lavoratori è stato “firmato nella tarda serata di martedì al Ministero dello Sviluppo Economico l’accordo azienda-istituzioni-sindacati per la ripartenza del sito ex Fiat di Termini Imerese”.

L’atto formale – spiega il ministero con una nota – “è stato preceduto dalla necessaria operazione di capitalizzazione di Blutec (la newco che ha deciso di investire nel rilancio dell’impianto palermitano), effettuata nel pomeriggio a Torino”. L’intesa al ministero “è stata firmata dal ministro Federica Guidi, dai rappresentanti di Blutec, di Fiat/Fca e del Ministero del Lavoro, dall’assessore alle Attività Produttive della Regione Siciliana Linda Vancheri, dal sindaco Salvatore Burrafato, da Invitalia e dalle Organizzazioni Sindacali”. Era presente anche il viceministro Claudio De Vincenti che per il ministero dello Sviluppo ha seguito la vertenza fin dall’inizio. L’accordo sottoscritto questa sera “prevede, nei suoi punti essenziali, il progressivo rientro in fabbrica, da qui al 2018, di tutti gli addetti per la realizzazione di un piano industriale articolato in due fasi: la prima, che decollerà a gennaio prossimo, destinata alla produzione componentistica e la seconda finalizzata alla progettazione e alla realizzazione di due modelli di auto ibride (una di segmento A-B, l’altra di segmento B-C)”.

“Finalmente i 760 lavoratori di Termini Imerese, le loro famiglie e un intero territorio possono guardare con fiducia al futuro”. Il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, commenta così la firma dell’intesa al ministero “Con questo accordo – dice – si mettono al riparo posti di lavoro e si restituisce una prospettiva industriale all’area”.

“Su Termini Imerese si misura la capacità di questo governo di fare impresa ed occupazione, di lavorare per il rilancio della nostra economia e per la crescita. Infatti, dopo anni di estenuanti trattative, attese e tentativi andati a vuoto finalmente si mette un punto fermo e forte nel recupero dell’area di Termini Imerese. In questo modo è stata evitata la chiusura di uno stabilimento importante ma soprattutto, alla vigilia del Natale, è stato evitato lo spettro del licenziamento per centinaia di famiglie. L’ennesima conferma che questa maggioranza e questo Esecutivo hanno imboccato la strada giusta”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, senatrice Simona Vicari.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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