“Non volevo ucciderlo, chiedo perdono alla sua famiglia”. Non riesce a darsi pace il 17enne accusato dell’omicidio di Aldo Naro alla discoteca “Goa” di Palermo, che si è costituito ieri accompagnato dal padre pregiudicato. Frasi confermate dal suo’avvocato Maurizio Di Marco che spiega che “lui non voleva uccidere il medico, si è trovato coinvolto in una rissa”. Ma c’è di più. Spuntano infatti altri particolari che potrebbero far prendere un’altra direzione alle indagini. Il minorenne avrebbe detto al magistrato di essere stato in discoteca “per lavoro”, in pratica un “buttafuori” abusivo che guadagnava 40 euro all’ora per controllare i clienti del locale. Se tutto questo sarà accertato, gli inquirenti dovranno allora valutare eventuali altre responsabilità: i titolari del “Goa” hanno sempre assicurato usufruire dei servizi di sorveglianza di una ditta specializzata.
Il 17enne ha anche fornito ai magistrati la sua versione di quella tragica notte. Una ricostruzione tutta da verificare ovviamente, secondo cui il ragazzo, dopo essere stato davanti alla porta per monitorare gli ingressi, sarebbe entrato all’interno notando una discussione nel privee dove c’erano Naro e i suoi amici. A quel avrebbe deciso di intervenire e sarebbe stato colpito nella zuffa. Ma solo alla fine dell’interrogatorio avrebbe ammesso che forse, nella concitazione, avrebbe colpito il medico alla testa con un calcio.
A questo punto è scattato il fermo per l’omicidio di Aldo Naro nei confronti del giovane minorenne dello Zen che si è presentato al carcere Malaspina di Palermo accompagnato dall’avvocato e dai genitori.
Dopo otto ore di domande, il 17enne ha ammesso di avere sferrato il calcio alla tempia del medico di 25 anni ucciso la notte tra venerdì e sabato nella discoteca Goa di Palermo. Il provvedimento è stato disposto dal pubblico ministero della Procura dei minori, Caterina Bartolozzi, che ha interrogato il ragazzo assieme al procuratore Amalia Settineri e al pm Carlo Marzella.
Il giovane dello Zen, incensurato, alla fine dell’interrogatorio ha anche confermato quanto erano riusciti ad accertare i carabinieri sentendo i testimoni e visionando le immagini seppur poco nitide della rissa riprese dalle telecamere del locale, ancora sotto sequestro. Ora i magistrati stanno lavorando per verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone nell’omicidio di Naro ma al momento non ci sono nuovi indagati.