La Segreteria di Stato Vaticana ha consegnato una nota all’ambasciatore del Messico presso la Santa Sede in cui chiarisce che con la espressione “evitare la messicanizzazione” il Papa non intendeva assolutamente ferire i sentimenti del popolo messicano, che ama molto, né misconoscere l’impegno del Governo messicano nel combattere il narcotraffico.
Il Vaticano prova così a disinnescare l’incidente diplomatico con lo Stato centroamericano nato dopo che Papa Bergoglio, in una mail privata a un amico argentino, Gustavo Vera, che guida un’organizzazione non governativa denominata “Alameda” impegnata contro la droga a il traffico di essere umani.
“Io spero che noi (argentini) possiamo evitare la messicanizzazione” aveva scritto il Papa, in un riferimento ai problemi del Messico con le gang narcos. “Ho parlato con i vescovi del Messico – ha aggiunto il Papa – ed è una realtà terrificante”.
Il Messico aveva presentato una protesta diplomatica esprimendo tristezza e preoccupazione, per un commento che ha stigmatizzato un paese che sta compiendo enormi sforzi per combattere il narcotraffico.
L’espressione “evitar la mexicanización”, spiega la nota del Vaticano, era stata utilizzata dal Papa in una e-mail di carattere strettamente privato ed informale, in risposta ad un amico argentino molto impegnato nella lotta alla droga, che aveva usato questa frase.
La nota mette in luce che evidentemente il Papa non intendeva altro che rilevare la gravità del fenomeno del narcotraffico, che affligge il Messico e altri Paesi dell’America Latina. E proprio per questa gravità la lotta contro il traffico di droghe è una priorità del Governo; per contrastare la violenza e ridare pace e serenità alle famiglie messicane, incidendo sulle cause che sono all’origine di questa piaga.
Si tratta di un fenomeno, come altri in America Latina, per i quali in varie occasioni, anche negli incontri con i Vescovi, il Santo Padre ha richiamato l’attenzione sulla necessità di adottare a tutti i livelli politiche di cooperazione e di concertazione.