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Braida sprona il Milan e punzecchia Galliani: “Aveva scartato Shevchenko”

Il presente di Ariedo Braida si chiama Barcellona. Un presente scintillante, lontano anni luce dal “suo” Milan e dalla realtà del calcio italiano. L’attuale ds del club blaugrana ha parlato ai microfoni di Radio Anch’io lo Sport della sua nuova avventura in Liga: “Questo è un posto straordinario dove vivere e lavorare, c’è una società organizzata in maniera splendida”.

“Ha dei numeri pazzeschi, hanno più di 500 milioni di euro di ricavi e puntano ai 600 – prosegue – è il club che ha più tifosi in Europa, più di 1 milione di persone visitano il museo dello stadio ogni anno e contro il Rayo Vallecano c’erano 87mila persone a vederlo: sono numeri impressionanti”. Il confronto con l’attuale Serie A è impietoso, ma nel futuro le cose potrebbero cambiare.

“Il nostro campionato è sempre bistrattato, In Italia forse la qualità non è altissima ma è molto difficile giocarci. Vero è che tanti giocatori all’estero neanche giocano e da noi fanno i fenomeni, come sta accadendo a Salah“. Il Milan? “Per me è sempre una grande società, io la porto nel cuore. Non è in un buon momento e le ultime novità non sono delle migliori, ma può tornare in vetta perché ne ha tutte le potenzialità”.

Grandi acquisti e intuizioni geniali, ecco come è nato il “grande Milan”: “In passato ha avuto tutti i migliori campioni che si potevano comprare, noi abbiamo fatto al Milan grandi cose prendendo van Basten, gli olandesi, Savicevic, Weah o Shevchenko. L’ucraino lo vidi giocare dal vivo e mi era piaciuto tantissimo – rivela l’ex dirigente rossonero – pensavo avesse una forza nelle gambe come Gullit“.

“Poi lo andammo a vedere con Galliani e lui giocò male, tanto che Adriano mi disse: ‘Ma sei matto a volere prendere questo?’ – racconta Braida – Ma nessuno può giocare sempre bene, così riandai a Kiev e portai a Sheva una maglietta del Milan, dicendo ad un suo uomo di fiducia che con quella addosso avrebbe vinto il Pallone d’Oro“.

Anche il Barcellona ha qualche piccola difficoltà, a partire proprio dal suo tecnico: “Luis Enrique non è in discussione, tra Barça e Real Madrid c’è una competizione pazzesca ed è normale che appena perdi una partita sei sulla graticola. Da quello che so io il futuro è ancora Luis Enrique – afferma – Messi per noi è vitale, purtroppo ormai ci sono nuove figure che possono spendere cifre pazzesche”.

“Lui ha una clausola da 250 milioni di euro, mi auguro resti a vita perché qui è amato da tutti. Se cambiasse squadra farebbe un grande errore: non è un giocatore, è un extraterrestre”. Infine una battuta sul caso Neymar: “Queste cose le guardo solo sui giornali, ne sono fuori. Non penso ci saranno problemi legati all’esclusione del Barça dalla Liga come si sente dire per le presunte irregolarità fiscali nell’acquisto del brasiliano”.

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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