Il Governo Renzi reintroduce il reato di falso in bilancio. Il viceministro per la Giustizia, Enrico Costa, ha presentato in Commissione un emendamento al ddl corruzione.
“C’è una buona notizia. Alleluia, alleluia! Il famoso emendamento sul falso in bilancio è arrivato e questa è una novità importante”, questo il commento del presidente Pietro Grasso, che fu primo promotore del disegno di legge. A seguire un altro tweet, quello del premier Renzi: “Contro corruzione proposte governo: pene aumentate e prescrizione raddoppiata. E l’Autorità oggi è Legge con presidente Cantone”.
Secondo una prima stesura del testo, la pena per le società quotate in Borsa colpevoli di falso in bilancio varia dai 3 agli 8 anni. Per le società non quotate si va da 1 a 5 anni, termine massimo che esclude l’utilizzo delle intercettazioni durante i relativi accertamenti. Adesso per questo reato si procede d’ufficio, tranne nei casi che riguardano le società non quotate al di sotto dei limiti di fallibilità, dove viene introdotta la procedura a querela. In caso di falso in bilancio, le sanzioni pecuniarie vanno da 400 a 600 quote per le società quotate, da 200 a 400 per quelle non quotate, mentre il testo del governo stabilisce la sanzione da 100 a 200 quote per le società non quotate a cui viene riconosciuto il fatto di lieve entità.
La Commissione Giustizia, che in un primo momento aveva ritardato il suo per l’assenza di alcuni deputati, è poi ripresa e i lavori proseguiranno per stabilire un calendario per portare al più presto il disegno di legge in Aula.