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Ebola, migliaia di morti potevano essere evitate | L’Oms temeva di “danneggiare le economie”

Migliaia di morti per l’ebola potevano essere evitate. Documenti ed e-mail interne ottenute dall’Associated Press dimostrano che l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha rinviato per due mesi l’annuncio dell’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale temendo di danneggiare le economie. Uno scandalo che sta lasciando senza fiato gran parte del mondo.

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità riconosce di essere stata non tempestiva ma dà la colpa per la sua risposta tardiva in parte alle caratteristiche sorprendenti dell’esplosione di Ebola, la peggiore mai verificatasi con più di 10.000 morti presunti.

I documenti dimostrano che i funzionari dell’Oms vennero informati presto della situazione disastrosa e ricevettero una richiesta urgente di aiuto. Le carte di cui la Associated Press è venuta in possesso dimostrano inoltre che i dirigenti ventilarono l’idea di dichiarare un emergenza sanitaria internazionale riguardo alla diffusione dell’epidemia ai primi di giugno, due mesi prima della dichiarazione ufficiale, datata 8 agosto 2014. Ma i top manager dell’Oms scoraggiarono l’idea di un annuncio immediato, dicendo che la dichiarazione poteva essere vista come ”un atto ostile” e danneggiare le economie dei paesi coinvolti.

Nel frattempo, sembra che in Africa il pericolo sia ancora alto. “Il contagio è confinato a un corridoio geografico relativamente ristretto, ma la popolazione è altamente mobile (…) Limitare i movimenti dei casi confermati e i contatti è essenziale per prevenire la possibile nascita di nuovi focolai”. Sono dati contrastanti quelli comunicati nell’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Attualmente sono diverse le condizioni dei tre paesi: la Liberia non può essere ancora ufficialmente dichiarata ‘libera da ebola’ (occorre che siano trascorsi 42 giorni – il doppio del periodo massimo d’incubazione – dall’ultimo caso) ma al 15 marzo non faceva registrare nuovi contagi da 12 giorni. Tra Guinea e Sierra Leone, invece 150 persone si sono ammalate nella settimana conclusa lo stesso giorno: 95 di questi erano in Guinea, il numero più alto dall’inizio dell’anno. I 55 casi registrati in Sierra Leone, al contrario, rappresentano il minimo settimanale da giugno 2014.

In totale sono 12 i distretti in cui, nei due paesi, si sono registrati nuovi contagi: geograficamente, nota l’Oms, descrivono una arco che congiunge le capitali Conakry e Freetown.

Angelica Serrai

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Angelica Serrai
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