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Vidal sfida il Monaco e sogna la coppa: “Siamo pronti al grande salto”

Arturo Vidal è tornato ‘Guerriero’. Cresce l’attesa per il match dello ‘Stadium’ tra Juventus e Monaco, un appuntamento decisivo per il passaggio del turno in Champions, e il centrocampista cileno mostra i denti, trasmettendo tutta la voglia di andare avanti in una competizione in cui la sua squadra, negli ultimi anni, ha avuto decisamente poca fortuna.

Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Vidal ha ricordato il momento buio attraversato a livello personale la scorsa stagione tra club e nazionale a causa dell’infortunio al menisco. Una vera e propria persecuzione: “Fu un finale maledetto, il mio rendimento calò notevolmente. A livello personale finì male con Juventus e nazionale. L’infortunio mi ha condizionato moltissimo, non posso negarlo. Ma rifarei tutto”.

I problemi al ginocchio sono stati superati, ma non senza qualche azzardo: “Recuperando con tanta velocità ho seriamente rischiato di farmi male in modo anche irreparabile – ha ammesso Vidal –  La mia è stata una scelta d’amore nei confronti della Juve. Non potevo lasciare la squadra prima della semifinale di Europa League con il Benfica. Mi sono giocato il Mondiale e pure buona parte dell’attuale annata, però ho deciso con il cuore, amo la Juve, sono fatto così. E devo dire grazie anche al c.t. del Cile, che mi ha aspettato”.

Nonostante l’attaccamento verso i colori bianconeri, dimostrato a parole, ma soprattutto coi fatti, le critiche dei tifosi della ‘Vecchia Signora’ non hanno risparmiato neanche un combattente come lui: “A volte ho giocato in condizioni fisiche disastrose, solo io e i dottori lo sappiamo. Ma se c’è bisogno di me non mi tiro certo indietro. Non ho nulla da rimproverarmi a livello professionale, ho sempre dato il mille per cento in campo. Penso di aver giocato le mie migliori partite contro il Real l’anno scorso, e soprattutto contro il Chelsea nel primo anno di Champions League con Conte. Ora ho una grande occasione di riscatto. So che il popolo juventino si aspetta molto da me, ma è sempre stato così e non è un problema”.

Nel mirino dei supporter bianconeri, anche la minore incisività in attacco del numero 27 di Max Allegri: “Non trascurate anche il cambio del tecnico – osserva il cileno – Giochiamo in maniera differente rispetto al passato. Il sistema di Conte esaltava gli inserimenti dei centrocampisti, oggi là davanti c’è un trequartista alle spalle delle punte, e quindi agli interni spettano altri compiti. Detto questo, il ruolo che ricopro è perfetto per le mie caratteristiche, sono nel cuore del gioco e ho più palloni da gestire. Presto, comunque, tornerò anche a segnare con una certa continuità”.

Adesso c’è il Monaco, l’occasione giusta per dimostrare a tutti di non aver perso del tutto la vena realizzativa: “Sono al top fisicamente e mentalmente. Mi manca solo un pizzico di fortuna sotto porta. Alla nostra gente dico “tranquilli, adesso ci penso io”. Le responsabilità mi esaltano, soprattutto quando il gioco si fa duro. Ogni cosa si deciderà in due mesi, siamo in corsa ovunque, è il massimo vivere periodi di questo tipo. Sono carico come non mi è mai successo”.

Il confronto con le grandi d’Europa non spaventa affatto Vidal. La sua Juve può arrivare fino in fondo alla competizione: “La fiducia è tanta, vogliamo prenderci il massimo. Cosa ci manca per sederci allo stesso tavolo di Real Madrid, Barça e Bayern? Vincere la Champions. Io credo che valiamo già le prime quattro squadre del mondo , e una volta che sei in semifinale tutto può succedere. Non vedo l’ora di misurarmi con il Barcellona. Siamo pronti al grande salto”.

Tra passato e presente. Antonio Conte ha fatto la storia recente del club torinese, ma con Massimiliano Allegri la Juve è in ottime mani: “Con Conte ho lavorato tre anni, mi ha fatto diventare un giocatore vero, completo. Insomma, mi ha cambiato la testa. Allegri? È molto diverso, lo conosco da poco, però mi piace il suo gusto per il bel gioco. Preferisce ritmi più lenti, punta molto sulla tecnica e dà grande spazio alle qualità dei giocatori di cui dispone”.

Parole al miele, poi, per la società con la quale ha registrato una crescita esponenziale: “La Serie A è stata la mia università. Io sto bene alla Juventus e non sento la necessità di andare in altre realtà. Per me fare certe promesse non ha senso. Il futuro non lo conosce nessuno, ma se dovessi decidere ora resterei anche fino a 40 anni. Sto bene io e sta bene la mia famiglia a Torino”.

Infine, uno sguardo al passato recente, quando al mondiale brasiliano il suo Cile ha ‘rischiato’ di eliminare i padroni di casa e di giocarsi fino in fondo la possibilità di mettere le mani sulla coppa : “Ci giochiamo la vita, il mio Paese non ha mai vinto un torneo importante e mai abbiamo avuto una nazionale tanto forte: un mix perfetto di gioventù ed esperienza, soprattutto tanta qualità tecnica. Penso ancora a quella palla di Pinilla finita sulla traversa, bastavano pochi millimetri e avremmo eliminato la Seleçao. Sono convinto che una volta buttati fuori i padroni di casa, saremmo arrivati in fondo. Sì, abbiamo sfiorato l’occasione di entrare nella leggenda. Quante notti insonni ho passato dopo quella partita… “.

Riccardo Bagarella

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Riccardo Bagarella
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