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Softhand, la mano artificiale creata in Italia disponibile dal 2017

È stata ultimata la sperimentazione della prima mano artificiale made in Italy, che sarà disponibile a partire dal 2017: il primo prototipo è stato costruito da Inail e Iit (Istituto Italiano di Tecnologia) e consiste in una mano artificiale poliarticolata e poli funzionale, antropomorfa, derivata dalla tecnologia robotica e perfezionata verso il paziente grazie alle competenze tecniche del Centro Protesi Inail di Budrio.

“Siamo i primi nel mondo ad aver creato una protesi così efficace e semplice da utilizzare e con costi accessibili – ha spiegato Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Iit, nel corso della presentazione – . Costerà all’incirca quanto uno scooter proprio perché vogliamo che sia alla portata di tutti”.

Durante la presentazione, Marco Zambelli, il primo paziente del Centro Protesi Inail che ha sperimentato la nuova mano, ne ha mostrato le funzionalità. La nuova mano, spiega una nota, consente il recupero della funzionalità complessiva ai pazienti amputati di arto superiore.

Realizzata con il contributo della tecnologia 3D-printing, in materiale plastico e con alcune componenti metalliche, la mano artificiale è robusta e leggera (pesa meno di 500 gr) ed è estremamente flessibile, grazie all’ingegnerizzazione di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali.

Il paziente controlla la mano artificiale attraverso due sensori che recuperano il segnale naturale dei muscoli residui. Il dispositivo non prevede operazioni invasive per il paziente ma rappresenta uno strumento indossabile con semplicità sull’arto amputato.

“Dobbiamo porci il problema di come dare a tutti i pazienti questa tecnologia. In questo modo sarà possibile superare il gap economico tra chi può accedere a questa tecnologia e chi no”, ha spiegato il ministro Lorenzin, che pensa di inserire la nuova protesi robotica nei nuovi Lea.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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