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Carabiniere uccide moglie e figlio e si suicida | La tragedia familiare nel centro di Napoli /VIDEO

Dramma della follia a Napoli. Un carabiniere, Alfredo Palumbodi 42 anni, ha ucciso la moglie trentenne, Consuelo Molese, e il figlio Francesco di 11 anni, per poi uccidersi. È successo a vico Bagnara, strada adiacente a piazza Dante nel centro di Napoli.

Il militare era un maresciallo in servizio al Comando Legione, di stanza alla caserma San Potito, ma non in un reparto operativo. La tragedia è avvenuta nell’appartamento all’ultimo piano di un edificio di via Bagnara.

Sul posto è giunto anche il sostituto procuratore di turno che insieme ad i carabinieri sta eseguendo i rilievi all’interno della casa dove è avvenuta la tragedia. Gli investigatori ora stanno sentendo alcune persone dello stabile per accertare se abbiano avvertito la scorsa notte rumori sospetti.

Al momento non si conoscono i motivi del gesto.La tragedia è avvenuta di notte; l’ora esatta potrà essere stabilita soltanto dopo l’esame autoptico. I tre cadaveri sono stati trovati in pigiama. La donna era nella camera matrimoniale, quello del ragazzino e del carabiniere nella stanza del ragazzino. La scoperta è stata fatta da un familiare che ha tentato di mettersi in contatto con la famiglia del carabiniere. Giunto sul posto e, avendo una copia delle chiavi, ha aperto la porta trovando i tre corpi.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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  • Bisogna ritornare ai vecchi criteri di una volta,quando per entrare nelle forze dell'ordine occorreva avere un comportamento immacolato da almeno tre generazioni. Ora mettono dentro c... e p... ed i risultati li vediamo leggendo le cronache nere.

  • Sono un collega di Alfredo ed ho lavorato con lui per diversi anni. Caro signor Angelo ti assicuro che Alfredo era una persona immacolata, amante della famiglia, professionalmente preparato. Nessuno di noi riesce a capire i motivi del gesto. Come diceva il buon Totò: la cervella è una sfoglia di cipolla. I colleghi che l'hanno conosciuti sono tutt'ora increduli dell'accaduto. Chiedo rispetto per i morti.

  • Ho avuto il piacere di conoscerlo e frequentarlo durante una vacanza nel marzo 2015 e posso confermare quello detto da massimo, una persona legata alla famiglia, amava il figlio e non aveva parole che di affetto per tutta la famiglia. Fin quando senti un fatto del genere sui media e non conosci la persona spari a zero sull'accaduto; quando poi si parla di una persona come Alfredo che hai conosciuto non riesci a dare una giustificazione a quanto successo. Alfredo era in tutto uguale a tanti altri amici che frequento, persone serie e moralmente ineccepibili legate alla famiglia e preoccupate per il futuro dei figli. Il motivo di quanto accaduto andrebbe ricercato nel malessere di vivere come conseguenza di una società malata che vive di mazzette e non dà garanzie alle famiglie per il futuro. Anche io chiedo rispetto per i morti e per i familiari che devono sopravvivere a questa tragedia.

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