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Referendum Grecia, sondaggi incerti | Varoufakis: “Se vince il sì, mi dimetto”

“Rassegnerò le dimissioni se vince il si” al referendum. Lo ha detto il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis in una intervista a Bloomberg TV. Secondo i primi sondaggi sarebbe in vantaggio il si con il 47% ma in considerazione che il margine di errore può essere di 3 punti percentuali, l’incertezza è davvero tanta.

“Non firmeremo nessun accordo senza la ristrutturazione del debito” greco, ha aggiunto Varoufakis  perchè la crisi attuale non è bancaria ma politica. Se vincera’ il “si” al referendum la Grecia firmerà il piano proposto dai creditori ma se a prevalere sarà il “no”, “riprenderemo immediatamente le trattative”.

Ed è pronta la replica dell’UE. Se i greci voteranno no al referendum di domenica, diventerà “incredibilmente difficile” organizzare un nuovo piano di salvataggio. A sostenerlo è il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, parlando al Parlamento olandese. “Se il risultato è ‘no’, come puoi accettare un programma?” ha dichiarato.

Sono ore febbrili dunque per la Grecia che si prepara al referendum di domenica prossima. Tsipras va avanti con il suo referendum invitando i greci a votare ‘no’ e l’Europa congela ogni trattativa. Fino a domenica cala il silenzio dei creditori, perché ogni tentativo di raggiungere un’intesa, anche oltre l’ultimo minuto, è fallito, e ora vogliono vedere che cosa ne pensano davvero i greci.

Anche la Bce attende, rinnovando la liquidità d’emergenza (Ela) alle banche. E intanto Moody’s taglia il rating della Grecia a ‘Caa3’ da ‘Caa2’, peggiorando il livello fissato solo nello scorso aprile. Una mossa che gli analisti fanno “indipendentemente” dall’indizione del referendum di domenica, che rappresenta comunque un “rischio aggiuntivo” per i creditori privati. A pesare, comunque, è la distanza tra le richieste di Atene e la disponibilità delle istituzioni internazionali ad accogliere, per come si è mostrata chiaramente nell’ambito dei sette Eurogruppi convocati nelle ultime due settimane.

Dopo il discorso del premier, le porte del dialogo si sono chiuse: “Gli aiuti alla Grecia sono sospesi dopo che Atene ha unilateralmente abbandonato il negoziato, e ora bisogna aspettare l’esito del referendum”, ha detto la Merkel.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ci ha creduto fino all’ultimo, cercando di mediare tra il Governo greco e un Eurogruppo ormai a corto di pazienza verso chi “non ha ancora un piano realistico per l’economia”, come ha detto il ministro finlandese delle Finanze Alexander Stubb. Juncker ha anche provato a raccogliere l’ultima proposta di Tsipras contenuta in una lettera arrivata a ridosso della scadenza del programma nella quale ribadiva i paletti su iva e pensioni.

“La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum”, ha avvertito Juncker.

Anche l’Eurogruppo, impegnato su base quasi quotidiana nelle ricerca di una soluzione, congela i negoziati: “Abbiamo preso nota delle ultime proposte greche ma data la situazione politica e dato l’invito a votare ‘no’ del governo greco al referendum, non vediamo terreno per altre discussioni”, ha quindi chiuso il presidente Jeroen Dijsselbloem, annunciando la sospensione di tutte le consultazioni tra le istituzioni.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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