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Le intercettazioni choc che scuotono la Sicilia | La procura le smentisce, l’Espresso conferma

(g.m.) Una vicenda paradossale, pirandelliana, dunque tipicamente siciliana. Una valanga di “fatti e notizie” ha tenuto banco per tutta la giornata, anche in Italia, visto che sono intervenuti per esprimere solidarietà, nell’ordine, il capo dello Stato, il presidente del Senato e il presidente del Consiglio.

Come leggerete in questo ed in altri pezzi ci sono due “verità” troppo distanti per lasciare spazi ad equivoci. Dunque, una vicenda clamorosa che andrà chiarita al più presto

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Il governatore siciliano Rosario Crocetta cede sotto la pressione delle polemiche scaturite dopo le intercettazioni rivelate del settimanale l’Espresso. Matteo Tutino, medico e amico del Governatore, nominato primario a Villa Sofia sotto il Governo Crocetta, parlando con lui al telefono dell’assessore alla Sanità Lucia Borsellino dice: ‘Va fermata, va fatta fuori come suo padre”.

Una frase di una gravità inaudita alla quale nell’immediato non è seguito alcun commento del Governatore. In tarda mattinata, dopo aver respinto inizialmente l’idea di dimettersi, Crocetta ha infine ceduto dettando all’Ansa : “Mi autosospendo immediatamente da presidente della Regione”. C’è da sottolineare che fino a tarda serata la decisione di sospendersi non è mai stata formalizzata.

Sembra già tutto scritto, le dimissioni paiono una mossa inevitabile, ma intorno alle 17.30 il caso diventa un vero e proprio giallo. Il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, dichiara a sorpresa: “Agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino”.

“I carabinieri del Nas – ha aggiunto Lo Voi – hanno escluso che conversazioni simili siano contenute tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti di Tutino”.

La procura ha poi specificato di avere fatto ricontrollare tutte le registrazioni relative all’inchiesta su Tutino, il medico agli arresti domiciliari per truffa, sia dai Pm titolari dell’inchiesta che dai carabinieri del Nas. Lo Voi ed il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che ha coordinato l’indagine, hanno sottolineato che nelle carte e negli atti della Procura di Palermo non esiste alcuna telefonata in cui Tutino avrebbe detto a Crocetta riferendosi all’ex assessore alla Sanità Lucia Borsellino: “Questa va fatta fuori come il padre”.

La reazione di Crocetta dopo il comunicato della procura è drammatica: “Oggi mi hanno ammazzato… – Crocetta non riesce a trattenersi al telefono con l’Ansa. Piange e singhiozza. “Perché… perché”, ripete: “Ma quanto è potente questa mafia che mi vuole fare fuori?Avrei potuto anche farla finita oggi”.

A stretto giro di posta arriva anche la nota dell’Espresso che “ribadisce quanto pubblicato. La conversazione intercettata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino risale al 2013 e fa parte dei fascicoli secretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo”.

Anche l’avvocato Daniele Livreri, difensore di Matteo Tutino, partecipa alla nuova levata di scudi: “Il mio assistito, con il quale ho parlato, nega nel modo più assoluto di avere mai pronunciato quella frase su Lucia Borsellino. Anche se non c’è nulla di penalmente rilevante in quelle frasi, da un punto di vista etico si tratta di parole pesantissime”.

“Se l’intercettazione esiste allora venga messa a disposizione delle parti. Ormai questa vicenda ha assunto un rilievo extraprocessuale – puntualizza Livreri – ed è giusto fare subito chiarezza in modo che tutti, a cominciare dal sottoscritto, possano trarne le conseguenze”.

Ipotesi successione. In caso di dimissioni, l’interim toccherebbe a Baldo Gucciardi, ex capogruppo del Pd all’Ars e neo assessore alla Sanità (subentrato proprio a Lucia Borsellino, che si era dimessa dopo l’arresto di Tutino, nell’ambito di una inchiesta sull’ospedale Villa Sofia). Gucciardi, indicato dal partito come figura di transizione, è salito a palazzo d’Orleans.

Bisognerà però approfondire la questione dell’autosospensione. Nello Statuto siciliano non esiste l’istituto giuridico dell’auto-sospensione del presidente della Regione, che può eventualmente solo dimettersi e in questo caso si torna alle urne. La scelta del governatore Rosario Crocetta di auto-sospendersi e dunque non partecipare alle sedute di giunta delegando il suo vice, quindi ha esclusivamente un significato “politico”.

A conferma di ciò sono arrivate anche le dichiarazioni dal Pd nazionale: “La ferita politica che deriva dalla frase su Lucia Borsellino emersa nella telefonata tra il governatore siciliano e il suo medico, è difficile da sanare”. Nelle prossime ore si riuniranno gli esponenti del Pd locale “ma la conclusione più probabile del ‘caso Crocetta’, si osserva da Roma, sono le dimissioni del presidente. Ma non si esclude neanche una mozione di sfiducia“.

“Sto inviando una richiesta alla Procura di Palermo per avere un incontro con lo scopo di verificare la portata dell’intercettazione che riguarda Tutino”, aveva dichiarato il governatore. Per quanto riguarda eventuali dimissioni: “Prenderò la decisione finale nel giro di pochi giorni, dopo gli accertamenti”. “Non sono legato alla poltrona, ribadisco la mia estraneità a questa vicenda – ha sottolineato ancora il governatore – Ma quanto sta accadendo è più grave di un attentato fisico. Non intendo mettere la Sicilia nella condizione di subire attacchi, non faccio pagare prezzi al popolo siciliano. Ma di questa vicenda sono solo una vittima”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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