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Maroni, la procura chiede il rinvio a giudizio | Il governatore: “Sono accuse ridicole”

La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita. Le accuse riguardano le presunte pressioni per far ottenere un incarico lavorativo e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici.

Chiesto il processo per altri 5, la società Expo 2015 spa e il dg Christian Malangone, Andrea Gibelli, segretario generale del Pirellone e presidente di Ferrovie Nord Milano, Mara Carluccio, ex collaboratrice al Viminale di Maroni e il capo della segreteria del governatore, Giacomo Ciriello.

L’udienza preliminare si terrà il 30 settembre. Lo hanno riferito fonti a diretta conoscenza del dossier, e lo conferma lo stesso Maroni, che, in una dichiarazione inviata via mail dall’agenzia stampa della Regione, dice che se l’aspettava e che è “tranquillissimo”.

Si tratta di accuse ridicole (la promessa di un viaggio mai fatto, costo per la Regione: zero euro), destituite di ogni fondamento o rilevanza, – dichiara Maroni nella nota – formulate da un magistrato mosso da un evidente pregiudizio politico e incattivito dal clamoroso flop delle sue precedenti inchieste su Lega e Finmeccanica. Ho sempre avuto massima fiducia nella giustizia e non cambio idea, anche dopo le gravi irregolarità registrate in questa indagine. Sono certo che un giudice terzo e indipendente non potrà che archiviare questa inchiesta per quello che è: una buffonata”.

La procura aveva chiuso l’inchiesta lo scorso 3 giugno.

L’indagine condotta dal pm Eugenio Fusco nacque da uno dei filoni dell’inchiesta Finmeccanica a Busto Arsizio, ipotizza che Maroni fece ottenere indebitamente un contratto di collaborazione da 29.500 euro con la società Eupolis (ente di ricerca della Regione) a Mara Carluccio (anche lei indagata), sua collaboratrice al Viminale quando era ministro dell’Interno. Si ritiene che lo stesso Maroni, attraverso Ciriello, esercitò pressioni perché la società Expo pagasse a un’altra sua ex collaboratrice Maria Grazia Paturzo (non indagata), con la quale secondo gli inquirenti intratteneva all’epoca “una relazione affettiva”, un viaggio a Tokyo, nell’ambito del World Expo Tour.

Expo, secondo l’inchiesta, rispose che non poteva coprire i costi della trasferta anche a Paturzo, che non era una dipendente ma una collaboratrice. A quel punto Maroni, secondo le indagini, decise di cambiare programma e di recarsi per un altro appuntamento istituzionale a Berna mentre al suo posto la Regione Lombardia venne rappresentata da una delegazione guidata dal vicepresidente Mario Mantovani, anche lui ascoltato a verbale dagli investigatori.

Sempre per questa inchiesta, l’ex direttore generale di Eupolis, Alberto Brugnoli, ha patteggiato nei mesi scorsi otto mesi di reclusione, pena sospesa.

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