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Puglia, scambio di culle 26 anni fa | Richiesto un risarcimento da 9 milioni di euro

Una vicenda che richiama subito alla mente la trama del film di Ficarra e Picone “Il 7 e l’8” ma questa volta è successo per davvero. Ventisei anni fa all’ospedale di Canosa di Puglia c’è stato uno scambio in culla.

Oggi è stato chiesto un maxi risarcimento danni di nove milioni di euro alla Regione Puglia. A chiederlo è stata Antonella, la bimba scambiata in culla, i suoi genitori biologici, Michele e Caterina, e il fratello di Antonella, Francesco.

La notizia è pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno che ricostruisce la vicenda e afferma che l’esame del Dna ha già accertato scientificamente la paternità.

Al momento del parto cesareo, il 22 giugno 1989, nella sala operatoria dell’ospedale di Canosa c’erano due donne. A Michele e Caterina, fu consegnata una bimba che la coppia chiamò Lorena, che a 18 anni è andata via da casa e adesso è sposata. Antonella, invece, finì in una famiglia assolutamente indigente che l’ha sottoposta ad umiliazioni e sofferenze, fino al 2008 quando la ragazza è stata adottata da una famiglia di Foggia.

I genitori biologici di Antonella – spiega al quotidiano l’avvocato della coppia – “hanno cercato di instaurare un rapporto soddisfacente con la figlia Antonella senza ottenere il risultato sperato”, perché la ragazza considera i genitori adottivi i suoi veri genitori. Il processo si terrà a fine settembre dinanzi al Tribunale di Trani.

Una seconda richiesta di risarcimento danni per 5 milioni di euro è al centro di un procedimento civile in corso dinanzi al Tribunale di Bari. A chiedere i danni alla Asl Bari (gestione residuale ex AUSL BA1) è Lorena C., l’altra donna coinvolta nella vicenza. Nella citazione a giudizio presentata dall’avvocato Stefano Di Feo, si evidenzia come a Lorena “è derivato un danno non patrimoniale rinveniente dalla compromissione della sua sfera esistenziale e della sua qualità della vita etc., che si è connotata da stati di malessere con effetti traumatici evidenti sul suo vivere quotidiano: per tale danno si avanza una richiesta di risarcimento per un importo pari ad euro 5 milioni”.

La prima udienza del procedimento che si sta celebrando dinanzi al giudice Valeria Spagnoletti, si è tenuta lo scorso 29 aprile. Le parti hanno depositato documentazione, tra cui gli accertamenti sul dna che dimostrano l’errore commesso alla nascita delle due donne dai sanitari, rinviando il processo all’udienza del prossimo 15 settembre.

La vicenda è stata scoperta alla fine del 2012 dalla famiglia di Lorena che casualmente, su Facebook, ha notato la somiglianza della mamma con una ragazza di nome Antonella, nata nello stesso ospedale e lo stesso giorno.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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