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Crocetta, sulle intercettazioni interviene il Csm | Il Riesame conferma i domiciliari a Tutino

Matteo Tutino resta agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame che ha respinto la richiesta dei difensori del primario di Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, gli avvocati Giovanna e Daniele Livreri. Non si conoscono ancora le motivazioni.

In questo modo l’impianto accusatorio della Procura supera la prima valutazione del Tribunale. Già il giudice per le indagini preliminari aveva respinto l’istanza dei legali, subito dopo l’interrogatorio di garanzia nel corso del quale il medico di Rosario Crocetta aveva respinto tutte le accuse che gli vengono contestate: truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.

Rosario Crocetta, intanto, non demorde anzi rilancia ribadendo, in merito all’intercettazione con il suo medico Matteo Tutino riportata dal settimanale Espresso, di non dimettersi “perché ho un dovere di fronte agli italiani: voglio capire se questa è una democrazia compiuta o no”. Il presidente della Regione Siciliana lo ha affermato, durante la trasmissione ‘Effetto Notte le notizie in 60 minuti su Radio 24, aggiungendo “Voglio capire se si dà più fiducia alle parole di un Tribunale e dei magistrati o agli eversori che vogliono far crollare la democrazia. Questa è la mia sfida. E su questo credo che ormai nel nostro Paese ci si debba mobilitare”.

È venuto il momento di insorgere contro queste schifezze – prosegue Crocetta -. In un Paese democratico chi decide se una persona è colpevole non può essere un giornale che magari non vuole ammettere una bufala soltanto per mantenere la reputazione”.

Crocetta non risparmia nessuno, neanche il Partito Democratico che nelle prossime ore farà il punto della situazione a Roma, alla presenza del premier Matteo Renzi “Se il Pd vuole partecipare al massacro di un innocente, allora vuole dire che non è in grado di tutelare le garanzie democratiche di questo Paese. Io – conclude il presidente della Regione – al Governo chiedo di istituire una Commissione d’inchiesta su questa vicenda”. Il governatore della Sicilia appare sempre più solo e mentre i cittadini vogliono conoscere la verità nel più breve tempo possibile, lui sembra essere sempre più solo e tenta di difendersi da tutti, compreso il suo partito.

E dopo le dichiarazioni di ieri del procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari che aveva detto di non possedere la conversazione incriminata tra gli atti della sua procura, oggi è intervenuto il capo della procura di Messina, Guido Lo Forte che all’ANSA ha dichiarato che “Non risulta alcuna traccia di questa telefonata nei nostri uffici. Siamo assolutamente certi che non ci sia alcun elemento al riguardo qui in Procura a Messina”.

E intanto questa mattina il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo ha chiesto una relazione al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato sulla vicenda della presunta intercettazione che riguarderebbe il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Lo scopo è verificare se ci siano “profili di competenza” dello stesso Ciccolo.

Il pg della Cassazione è titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati. E la richiesta di una relazione al procuratore generale di Palermo rientra nella normale prassi seguita in vicende che possono riguardare la magistratura.

Nel pomeriggio il Comitato di presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura deciderà a sua volta se autorizzare l’apertura di una pratica sul caso dell’intercettazione a Palazzo dei Marescialli. La richiesta di un intervento del Csm è stata presentata dal laico di Fi Pierantonio Zanettin.

 

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