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Strage di Bologna, 35 anni dopo si piange ancora | De Vincenti: “Il governo è al fianco delle vittime”

Sono trascorsi 35 anni da quella drammatica mattina del 2 agosto 1980. L’orologio della stazione di Bologna segnava le 10:25 quando una valigia carica di 24 kg di tritolo e T4 fu fatta esplodere causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio. Fu un massacro, il più grave attentato terroristico del dopoguerra italiano: i morti furono 85, i feriti 200.

La verità emerse nelle aule dei tribunali solo nel 1995, dopo anni di depistaggi e processi mediatici. Furono condannati i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. “L’Italia ha il dovere di non dimenticare quella strage e quelle vittime innocenti che fanno ormai parte della memoria nazionale”, si legge nel telegramma di Mattarella.

 

“Il percorso non è finito ma è in atto e lo vogliamo portare in fondo”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti. “Il governo è al fianco di tutti voi che ancora soffrite per quella tragedia e per dire che con Bologna non dimentica il paese intero”, ha sottolineato questa mattina alla commemorazione della strage della stazione di Bologna.

Nei giorni scorsi l’Associazione dei familiari aveva polemizzato col governo sui risarcimenti, la desecretazione degli atti e il reato di depistaggio: “L’incardinamento al Senato del progetto di legge che introduce il reato di depistaggio è stato fortemente sollecitato ed ha il pieno sostegno del governo. La proposta è condivisa, eviteremo un ritorno del testo alla Camera”.

Rassicurazioni che seguono a mesi di “nulla di fatto”: “È stata avviata in questi giorni la discussione in Commissione giustizia al Senato di questa legge, già approvata alla Camera a settembre. Siamo in ritardo di dieci mesi“. Positiva le reazione di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle vittime della strage.

“Le parole per quanto riguarda le carte e il reato di depistaggio sono state positive. Sui risarcimenti è chiaro che vuole fare una ricognizione – spiega Bolognesi – Del resto è appena arrivato come sottosegretario, però ecco, siccome si occupa proprio della materia forse è la volta buona che chiudiamo una volta per tutte. Speriamo che polemiche di questo tipo terminino”.

In conclusione prende la parola anche il presidente del Senato Pietro Grasso: “Abbraccio idealmente la città di Bologna che con fierezza, dignità e compostezza ogni anno si riunisce come il 2 agosto della strage. Quanti miliardi di secondi sono passati da quel secondo fatale. Conosco il dolore di chi c’era, di chi è sopravvissuto”.

“Ancora oggi mi interrogo con voi sulle domande che ancora ci sono, e lo faccio come uomo e come magistrato che ha interrogato Mambro e Fioravanti per l’omicidio Mattarella (Piersanti, fratello del Presidente della Repubblica Sergio, ucciso il 6 gennaio 1980, ndr), e mi interrogo come presidente del Senato”, ha aggiunto Grasso.

L’appello: “Aggiungo la mia voce per dire anche io che non ci stiamo. Non ci stiamo e vogliamo giustizia. Resta ancora molto da fare sia dal punto di vista processuale che storico, per fare luce su quella stagione. Comprendo la sua rabbia, presidente Bolognesi, capisco il suo dolore”, ha concluso Grasso”.

“La ricerca della verità è faticosa, ma questo non deve farci disperare. La verità non va mai in prescrizione. È fondamentale che tutte le istituzioni portino avanti la desecretazione dei documenti. La speranza oggi è che sia sempre, sempre fatta giustizia – chiosa – Una democrazia prospera solo se la fiducia è più forte della rassegnazione. Voi bolognesi non mollate”.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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