Beni per un valore di un milione di euro sono stati sequestrati dai carabinieri di Monreale a Giovanni Brusca, collaboratore di giustizia ed esponente di spicco del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato. Il provvedimento è scaturito da una complessa attività di indagine iniziata nel 2009 e conclusa nel 2011.
È stato così bloccato il piano di Brusca volto al recupero di alcuni immobili intestati a prestanome e di ingenti somme di denaro, sequestrate e poi restituite, la cui gestione era stata affidata a persone compiacenti al fine di monetizzare un consistente capitale da reinvestire nella prospettiva della sua eventuale liberazione.
I beni che Brusca aveva omesso di dichiarare come a lui riconducibili, sono un immobile e un magazzino siti a San Giuseppe Jato, alcuni locali siti a Piana degli Albanesi e intestati alla moglie Rosaria Cristiano e un immobile ubicato in Palermo e attualmente affittato a una chiesa evangelica apostolica.