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Fecondazione, da Strasburgo il no alla ricerca | La corte ha respinto il ricorso sulla legge 40

È arrivata la sentenza definitiva della corte europea dei diritti umani sulla legge 40 del 2004: il divieto di usare gli embrioni per la ricerca scientifica non viola i diritti di Adelina Parrillo.

I giudici hanno riconosciuto però all’Italia un ampio margine di manovra per una questione particolarmente delicata, su cui non c’è un consenso generale a livello europeo. Secondo la corte, non è certo che il partner di Adelina Parrillo, morto a Nassiriya, avrebbe donato gli embrioni alla scienza.

Da Strasburgo, i giudici hanno reputato inapplicabile il diritto alla proprietà invocato dalla donna: “Non può andare bene per questo caso, visto che gli embrioni umani non possono essere ridotti a una proprietà come viene definita dall’articolo 1, protocollo 1, della convenzione europea sui diritti umani”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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  • Care ragazze, vorrei raccontare la mia esperienza di ovodonazione alla biotexcom, dopo un tentativo disastroso all'IVI a Barcellona. Il primo contatto è stato buono, con la coordinatrice Giulia.
    Dopo la prima visita però, le informazioni scarseggiavano: non sono riuscita ad avere una copia delle statistiche del centro con i risultati, ho dovuto fare una preparazione dell'endometrio di 36 giorni invece delle due settimane normali senza praticamente ricevere informazione sul perché, né risposta a mails o chiamate telefoniche. Ho fatto il primo tentativo e ci sono stati solo sei ovociti fecondati, che è molto poco dato che le donatrici sono ragazze giovani. Mi hanno trasferito un embrione fresco e anche di quelli congelati ce n'è rimasto solo uno, quindi solo due embrioni disponibili!! Abbiamo sempre avuto la possibilità di scegliere la donatrice (un autentico vantaggio). In più mi dicono che le caratteristiche di un bambino non si possono prevedere e che da una stessa coppia possono nascere bambini che assomigliano alla madre, al padre o un po’ a tutti e due (grazie, fin lì ci arrivo da sola). Insomma, molti dubbi e stress da parte mia, ma ho continuato per non ricominciare tutto daccapo da un'altra parte (il tempo stringeva per me). Finalmente, storia a lieto fine, il secondo tentativo, stavolta con due embrioni, è andato bene e oggi ho visto, alla 11+6 battere il cuoricino dell'embrione che ha attecchito!! In bocca al lupo a tutte voi!!

  • Siamo stati al centro Biotexcom, per un primo appuntamento e per ora le nostre impressioni sono decisamente positive.
    La cinica è piccola ma sembra ben organizzata e l'atmosfera è semplice e cordiale.
    Non si trova proprio al centro di Kiev, la clinica poi è facilmente raggiungibile con il taxi.
    Fin dal primo contatto la manager Giulia è stata pronta a rispondere via mail a tutte le mie domande e abbiamo potuto avere un appuntamento molto velocemente.
    Noi siamo andati per un'ovodonazione e queste sono le informazioni e la procedura.
    Hanno una donatrice per ogni ricevente, molte di loro, più del 50%, tornano a donare una seconda volta. Il costo è di circa 4900 euro inclusi i costi della prima visita e delle medicazioni per la ricevente e per la donatrice. Non hanno lista di attesa, dicono che i tempi sono di circa due o tre mesi. Trasferiscono due-tre blastocisti ma siccome congelano solo quelli di ottima qualità non garantiscono che ce ne siano (molte) da congelare.
    Durante la prima visita raccolgono un campione di sperma per analizzarlo, gli ovuli vengono fecondati sempre con sperma fresco. Poi fanno una ecografia ed una simulazione di transfert per essere sicuri che all'ultimo momento non sorgano problemi.
    La dottoressa non parla italiano ma conosce bene l'inglese (anche se per noi italiani è più semplice parlare con la manager) è stata gentile, molto chiara, molto precisa e diretta.

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