Il titolo può essere fuorviante. Non è un pezzo giornalistico di un antijuventino ma soltanto una disamina di un appassionato e critico di calcio. La Juventus ultima (ma anche il Napoli e il Milan in crisi di gioco e risultati) e le “piccole” come Chievo, Sassuolo e Palermo in testa sono elementi di fascino. Si torna a sognare, chissà fino a quando, che anche gli ultimi potranno essere i primi e che quando non c’è uno strapotere economico (la Juve per esempio ha dovuto fare cassa) i valori si accorciano e può succedere di tutto.
Ma in questo momento gongolano (a parte alcune tifoserie) tutti coloro che guardano al calcio come una scienza esatta. Andiamo con ordine. La Juventus ha zero punti dopo due giornate, l’ultima volta era successo 103 anni fa. Una sorpresa? No, se si considera che non sono più in organico Tevez, Vidal e Pirlo, cioè la colonna portante dello scorso campionato e che un centrocampo con Padoin e Sturaro non è certo di prima qualità. La Juve l’aveva messo nel conto, se chiudi un ciclo e ne apri un altro rischi il crac. Se in più affronti la Roma con tanti infortunati c’è il pericolo di una bella sbandata. È una cosa momentanea o ci vorranno anni per ricostruire? È ancora presto per dirlo ma certo è che in questo momento ci sono foschi presagi per la Champions: e se non vai avanti in Europa perdi un pacco di soldi che crea un altro tipo di problemi.
Se Allegri piange, non è che ridano tanto Mihajlovic, Sarri o lo stesso Mancini. Il tecnico dell’Inter è uomo fortunato, bravo nell’approccio mediatico. È primo in classifica dopo un brutto precampionato ma sa che i sei punti (comunque meritati) sono arrivati grazie a tre gol (su tre) di Jovetic, a due vittorie maturate negli ultimi minuti e grazie anche a un calendario favorevole. Sarri è già in palese difficoltà, lavorare a Napoli non è esattamente la stessa cosa di Empoli e Mihajlovic sa bene che è solo l’inizio di un ciclo e costruire da zero non è facile. Per non parlare del momentaccio della Lazio di Pioli.
La “grande” della settimana, dunque, è solo la Roma. Garcia si gode la vittoria netta sulla Juve (ma gli ultimi minuti vanno ripensati) però ha ancora tanti problemi da risolvere. Ma si è rivista una Roma non soltanto superiore agli altri tecnicamente ma anche la voglia di giocare bene, di concedere qualcosa allo spettacolo e poi c’è Dzeko che fino a ora si è rivelato il migliore acquisto del calciomercato.
E poi ci sono le… piccole, che per ora sono le star del campionato. Ogni squadra fa storia a sè ma non è un caso che in testa ci siano squadre che giocano a memoria e che hanno cambiato poco (mantenendo l’allenatore). Il migliore attacco? Il Chievo di Maran. La miglior difesa? Il Palermo di Iachini, che è l’unica a non avere subito gol. Il Sassuolo? Certo, il presidente è Squinzi, n. 1 di Confindustria ma c’è soprattutto Di Francesco (forse il miglior emergente) e un progetto serio a cominciare dallo stadio. E il Torino? Ventura ormai è cittadino onorario, conosce ogni sfaccettatura di un ambiente per nulla facile.
Ecco perché esultano coloro che insistono sulla necessità di non avere premura, che il bel calcio ha bisogno di tempo, che il Barcellona dei miracoli non è stato costruito in un giorno, eccetera eccetera. Magari, come spesso accade, tra un mese la realtà sarà già cambiata, torneremo a celebrare gli squadroni. Ma intanto ci godiamo questa favola. E alla ripresa del campionato ci sarà il più classico dei testacoda: Juventus – Chievo, solo che la testa è il Chievo e la coda è la Juventus.
(Foto da Twitter)