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Volkswagen ‘richiama’ 11 milioni di auto | In Italia “un milione di veicoli coinvolti”

L’Unione europea “sapeva fin dal 2013 del rischio di manipolazione dei test sulle emissioni da parte delle case automobilistiche”. Lo afferma il Financial Times. Il giorno dopo la nomina del nuovo amministratore delegato di Volkswagen,  lo scandalo che ha travolto il gigante di Wolfsburg rischia di allargarsi anche alle istituzioni politiche del Vecchio Continente.

A lanciare l’allarme un rapporto stilato due anni fa dal Joint Research Centre della Commissione Ue, in cui si evidenziavano i problemi posti dal defeat device, il dispositivo al centro dello scandalo Volkswagen.

Intanto Volkswagen ha annunciato che richiamerà gli 11 milioni di veicoli diesel dotati della centralina al centro dello scandalo emissioni. Lo ha detto un portavoce del gruppo di Wolfsburg chiarendo che l’intervento sarà completamente gratuito per i proprietari, i quali saranno informati nei prossimi giorni con una lettera. Top secret il costo dell’operazione.

Il viceministro ai Trasporti Nencini  ha fatto sapere che “c’è una previsione di massima che parla di circa un milione di veicoli coinvolti nel caso Volkswagen”. “Ci sono i controlli in corso per verificare il danno provocato anche nel nostro Paese – ha aggiunto -. Quanto a possibili ripercussioni occupazionali l’auspicio è che Volskwagen chiuda rapidamente questa voragine che si è aperta”.

La Svizzera ha bloccato la vendita dei veicoli diesel del gruppo Volkswagen coinvolti nello scandalo dei test. Lo riporta Bloomberg citando Fedro, l’ufficio federale della viabilità elvetico. Le macchine già vendute e immatricolate non sono colpite dal provvedimento, che riguarderebbe circa 180mila veicoli.

E Suzuki ha annunciato di aver venduto la quota rimanente di azioni in suo possesso. Separatamente Porsche, in un’e-mail, fa sapere di aver acquistato proprio da Suzuki l’1,5% di Volkswagen.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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