Il premier italiano Matteo Renzi sfida Bruxelles sulla manovra economica varata giovedì dal governo. “Se sarà bocciata – annuncia il presidente del consiglio – potrebbe essere ripresentata così com’è”.
“Bruxelles – insiste il capo dell’esecutivo, ospite del programma ‘Attenti a noi 2’ su Radio 24 – non è il maestro che fa l’esame, non ha i titoli per intervenire sulle scelte economiche del governo. In questi anni – afferma ancora – c’è stata subalternità psicologica dell’Italia verso gli eurocrati. Certo di deve consigliare ma non ci deve dire la tassa da tagliare”.
Ma non è soltanto dell’Europa che deve preoccuparsi Renzi per la sua legge di stabilità. La sua opposizione interna, i Dem del Partito democratico, è sempre pronta ad attaccarlo. Questa finanziaria è “poco ambiziosa, poco innovativa. Serve maggiore equità”. Intervistato da Repubblica, il leader della minoranza Dem Gianni Cuperlo critica così la finanziaria e sottolinea: “Bisogna spingere perché il segno sia di una maggiore equità. Nulla è più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali”.
Per Cuperlo è giusto il taglio delle tasse, “ma per premiare chi ha meno. Tra Robin e lo sceriffo di Nottingham – dice – è sempre meglio il primo. Togliere la Tasi alla maggioranza delle prime case è giusto. Toglierla a super attici e castelli no. Ha ragione il premier quando dice che compito del governo non è combattere la ricchezza ma la miseria. Ma allora quel miliardo versato da chi la Tasi può pagarla si sommi ai 600 milioni destinati al contrasto alla povertà”.
E conclude: “Presenteremo delle proposte migliorative e spero davvero che questa volta ci sia la volontà di ascoltarsi”.