Colpo alla famiglia mafiosa di Alcamo, 5 arresti | Sequestrate società intestate a prestanome FOTO

di Gaetano Ferraro

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Colpo alla famiglia mafiosa di Alcamo, 5 arresti | Sequestrate società intestate a prestanome FOTO

| giovedì 29 Ottobre 2015 - 12:26

I carabinieri di Trapani hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari, su richiesta della Dda, per i reati di fittizia intestazione di beni. I destinatari dell’ordinanza sono Antonino Bonura e i fratelli Nicolò e Leonardo Coppola che sono stati messi agli arresti domiciliari e Gaetano Manno e Salvatore Giordano sottoposti all’obbligo di dimora.

 

In seguito all’azione dei militari volta alla disarticolazione della famiglia mafiosa di Alcamo, sono state sequestrate diverse società riconducibili a Coppola e Bonura tra cui la “TRASPORT. SCAVI S.r.l.”, con sede a Alcamo e la “CALIX WINE S.r.l.”, con sede a Palermo.

Durante le indagini è stata documentata l’ingerenza nel tessuto economico di imprese apparentemente pulite ma, di fatto, riconducibili a soggetti già condannati per mafia e fittiziamente intestate a prestanomi compiacenti al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

In particolare le indagini dei Carabinieri hanno dimostrato che ai fratelli Coppola era riconducibile la società Trasport Scavi, attiva nel settore dell’edilizia e del movimento terra e formalmente intestata a Gaetano Manno. L’impresa era riuscita ad aggiudicarsi un’importante commessa pubblica, per il valore di circa 200 mila euro, per la sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo – Castellamare del Golfo.

Allo stesso modo le indagini hanno permesso di appurare che Antonino Bonura, anch’egli pregiudicato per mafia e attualmente detenuto, era il reale proprietario della Calix Wine, società attiva nella commercializzazione di vino all’ingrosso.

Bonura aveva formalmente intestato le quote societarie a Salvatore Giordano e nominato quale amministratore unico un professionista compiacente che però dopo qualche mese veniva sostituito poiché aveva perso la sua fiducia. “Lei non paga a nessuno …- si sente nelle intercettazioni dei carabinieri – lei prima che piglia una lira, lei ci deve avvisare e non faccia di testa sua… lei deve fare quello che dice la direzione … lei faccia quello che le viene detto di fare come eravamo rimasti”.

Oltre alle misure cautelari eseguite nei confronti dei 5 indagati, sono stati notificati ulteriori 5 avvisi di garanzia ed eseguite decine di perquisizioni.

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