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Sequestro da 7 milioni al clan La Rocca | Sigilli ai beni di un imprenditore edile

Duro colpo alle casse della mafia catanese. La Dia ha sequestrato in Sicilia e in Veneto beni per 7 milioni di euro a Giuseppe Faro, 58 anni, imprenditore operante nei settori edile e movimento terra vicino al clan La Rocca affiliato ai Santapaola.

I sigilli sono stati posti a “quote societarie, aziende, terreni, appartamenti, garage, automezzi e a numerose disponibilità bancarie e postali”. L’indagine della Dia è stata coordinata dal procuratore di Catania, Michelangelo Patanè.

Faro è stato coinvolto nell’operazione di polizia denominata “Calatino”, condotta dalla Dia di Catania nel 2000 nei confronti del clan operante nel territorio di Caltagirone e comuni vicini storicamente capeggiato dal boss Francesco La Rocca e è stato condannato a tre anni di reclusione per estorsione in concorso con l’aggravante del metodo mafioso. Grazie a delle intercettazioni ambientali dell’operazione di polizia denominata “Iblis” l’uomo è stato indicato quale persona sul quale il noto boss Vincenzo Aiello poteva contare per l’illecita aggiudicazione di gare di appalto.

Giuseppe Faro, con il provvedimento di oggi, è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per due anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, alla presentazione due volte a settimana all’autorità di pubblica sicurezza e al pagamento di una cauzione di euro euro.

Dalle indagini sulla situazione patrimoniale di Faro sono state accertate anomalie tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto ed è emerso inoltre come lo stesso, dopo l’arresto, avvenuto nel 2001, abbia delegato alla moglie ed ai figli il compito di incrementare il patrimonio di famiglia. I frutti delle attività criminali precedenti sono stati reinvestiti in quote societarie, nella titolarità di imprese, nell’acquisto di numerosi immobili e autoveicoli.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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