Una vera e propria truffa ai danni dei consumatori quella scoperta dal Nucleo agroalimentare e forestale di Roma. Olii d’oliva provenienti da Paesi come Siria, Turchia, Marocco e Tunisia, venivano miscelati e poi venduti sul mercato nazionale e internazionale come olio extravergine di oliva “100% italiano”.
L’affare illecito stimato in decine di milioni di euro è stato scovato dal Corpo forestale della Puglia in seguito alle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha disposto numerosi controlli in aziende del brindisino e del barese.
Gli investigatori del Naf di Roma, specializzati nella lotta alle frodi agroalimentari, si sono rivolti all’Istituto di bioscienze e biorisorse di Perugia per stabilire l’origine di molte partite di olio extra vergine di oliva etichettato come “100 per cento italiano”, in particolare è stata utilizzata la tecnica del riconoscimento del Dna.