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Palermo, uccisa da una chemio sbagliata | Cinque condanne tra medici e infermieri

A distanza di cinque anni dalla morte di Valeria Lembo, la donna uccisa da una dosa letale di un farmaco chemioterapico, il giudice monocratico di Palermo ha condannato cinque persone tra medici e infermieri.

Condanna a 4 anni e sei mesi, per omicidio colposo, nei confronti dell’ex primario di Oncologia del Policlinico Sergio Palmeri e a sette la collega Laura Di Noto accusata, oltre che di omicidio colposo, anche di falso.

A sei anni e mezzo lo specializzando Alberto Bongiovanni, anche lui accusato di omicidio colposo e falso. Quattro anni ciascuna alle infermiere professionali Clotilde Guarnaccia e Elena D’Emma, accusate di omicidio colposo.

Assolto lo studente universitario Gioacchino Mancuso. La vicenda nasce dall’inchiesta sulla morte della paziente, malata di linfoma di Hodgkin, alla quale fu iniettata per sbaglio una dose di un farmaco dieci volte superiore a quella necessaria.

Il giudice ha inoltre inflitto l’interdizione dall’esercizio della professione agli imputati per una durata pari alla condanna oltre a una provvisionale immediatamente esecutiva di un milione di euro per il marito Tiziano Fiordilino, 400 mila euro ciascuno ai genitori della donna, 80 mila euro alla zia Anna Maria D’Amico.

Redazione

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