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Senza identità 2, ultima puntata: Maria compie la sua vendetta ma Quique è pronto a fargliela pagare per la morte di Enrique…

Un colpo di scena arriva alla fine dell‘ultima puntata di Senza identità 2. La narrazione fa un balzo in avanti di sei anni, durante i quali probabilmente Maria ha assaporato la felicità che le è stata negata insieme a Pablo e alla piccola Maria. Ma forse è arrivato per lei il momento di affrontare ancora un Vergel… che sia l’incipit di una terza stagione?

Ecco il riassunto dell’ultima puntata di Senza identità 2:

“Immagino che siamo alla fine” dice Pablo all’inizio dell’ultima puntata. “Che strano che tutto questo sia finito” commenta Maria. I due hanno appena consegnato tutte le carte al ministro della Sanità per incastrare Enrique Vergel e riflettono sulla loro storia d’amore. “Mi hanno tradito tutti tranne te, sei l’unico che c’è davvero stato, l’unico che teneva alla mia vita, mi mancherai molto” gli dice Maria prima di salutarsi.

Nello stesso momento Enrique sta parlando con Alex dopo che Amparo ha tradito la sorella. Alex dice anche a Vergel che Juan registrava tutte le loro conversazioni e temono che qualcun altro possa avere i file. “Sta crollando tutte, le cose non vanno come avevo previsto ma ho un piano B” dice Enrique.

Maria non sospetta nulla e l’indomani va a parlare con Amparo: “Oggi la vita cambierà per tutti noi, voglio adottare Maria”. Amparo però è devastata per il suo tradimento e ricorda la promessa che aveva fatto a sua madre prima che morisse.

Bruno non è tornato a casa: è stato tutta la notte in discoteca a bere. E da ubriaco decide comunque di mettersi a guidare. Enrique lo chiama per sapere dov’è, i tuoi litigano in modo molto furioso, volano parole grosse fino a quando Bruno non finisce fuori strada. 

Enrique va in auto con Maria e Alex: la ragazza crede che stiano andando alla cerimonia di investitura da ministro ma non è così. Continua a chiedere dove stanno andando e suo zio prima di colpirla le fa capire che ha scoperto il suo doppio gioco.

Legata a un palo, Maria ha un duro confronto con Enrique: “Non te la caverai verrà tutto allo scoperto” gli dice la nipote. Lui però sembra intenzionato a farla finita una volta e per sempre. Poi aggiunge anche: “Peccato per il tuo amico, l’informatico…”.

Nel frattempo dato che Enrique non si è presentato alla cerimonia del passaggio dei poteri, al suo posto la polizia ha arrestato sua sorella Luisa. Pablo sente la notizia in tv e cerca di mettersi in contatto con Maria senza capire cosa stia succedendo.

Intanto Maria riesce a liberarsi e inizia una colluttazione con Alex che la colpisce solo di striscio.

I due continuano a lottare fino a quando si sente uno sparo: Maria è riuscita ad uccidere Alex. 

Sembra essere davvero arrivata la resa dei conti. Enrique è scappato all’estero mentre Bruno è morto nell’incidente: Amparo riceve la notizia per telefono.

Enrique, irriconoscibile e sotto falsa identità, si sta godendo i suoi soldi in Messico facendo una vita piena di lusso. Ad un tratto gli arriva un sms dal cellulare di Alex con una foto di Maria e la parola “fine”. Probabilmente l’ennesima trappola della nipote. Pablo ancora non è riuscito a mettersi in contatto con lei.

Pablo in preda alla disperazione va a rivolgersi ad Amparo, è preoccupato perché pensa che Enrique e Alex abbiano potuto uccidere Maria. Subito dopo il piccolo Quique riceve un messaggio da parte del nonno in cui gli dice che sta bene e che presto si metterà in contatto con lui.

Ma Enrique riceve presto una brutta sorpresa: una testa di maiale sul suo letto. Uscito dall’albergo si mescola per le strade del paese, dove tutti sono in maschera per la festa dei morti. Enrique sta per uscire di testa: gli sembra di vedere Maria e il maiale non c’è più nella sua stanza. Ma Maria non era un’allucinazione…

Maria chiama Pablo: “Tu hai già fatto abbastanza, è una cosa tra me ed Enrique. Se va tutto bene ti chiamo tra due giorni”. Pablo le dice di non correre rischi, di dimenticare, di tornare in Spagna, dicendole anche di amarla. “Non posso, devo arrivare fino in fondo. Se mi succede qualcosa, abbi cura di mia sorella” gli dice prima di chiudere la telefonata.

Maria sta facendo impazzire Enrique: adesso gli ha mandato sul cellulare la foto di Alex morto. Lui di fretta decide di lasciare l’albergo ma c’è qualcosa che non va con le sue carte di credito; poi un addetto alla reception gli dice che il suo conto è stato pagato da Mercedes Dantes. Sempre più nel panico Enrique si infila dentro l’auto che ha richiesto per andare in aeroporto: ma anche lì c’è una spiacevole sorpresa, l’autista è Maria. 

La resa dei conti tra i due è finalmente arrivata. Enrique però non si trattiene dal dirgli che Amparo l’ha tradita di nuovo, facendola salire con lui dentro l’auto pur sapendo tutto. Lei dal canto suo gli dice che Bruno è morto e che non ha intenzione di ucciderlo, preferisce farlo marcire da solo in galera. “Lascia che sia io a spararmi, non mi resta nulla, lasciami morire dignitosamente” le chiede Enrique.

Lei se ne va lasciando la pistola sulla sabbia. Enrique chiama Quique e gli lascia un messaggio in segreteria prima di spararsi, uccidendosi. Maria assiste alla scena da lontano. Amparo riceve la notizia dal consolato e dopo averlo saluto, quasi sorride.

Luisa torna a casa ma non sa chi gli ha pagato la cauzione. Amparo non l’accoglie con molto calore: “Dopo il funerale di Enrique ti voglio fuori da questa casa”. Maria invece va all’ufficio di Enrique in cerca di prove per capire se è vero che Amparo l’ha tradita come gli ha detto Vergel prima di uccidesi. Poi la ragazza va a casa di Pablo ma ancora non è contenta: gli chiede di mostrargli il contenuto di una pen drive in cui trovano il video della confessione di Amparo. “Come ha potuto farmi questo? Mia sorella mi ha ingannata, ma non finisce così” dice Maria. 

Maria quindi va da Amparo ma si mostra affettuosa, senza far trapelare nulla. “Forse è il caso che Quique vada un po’ in vacanza”. Quando Amparo lascia Quique da alcuni amici, lui gli dice che il nonno gli ha mandato dei messaggi e uno era pure per lui: “Maria sa tutto”.

Maria in casa parla anche sua madre e le dice che è stata lei a pagarle la cauzione. Ma Luisa continua a difendere Enrique… Al funerale di Enrique, Maria non si trattiene più e dice alla madre tutto quello che ha fatto e le dice anche che la storia dell’amnesia era tutta una finzione. Le due poi parlano anche del loro rapporto, forse per la prima volta in modo sincero. “Non ti volevo, non avremmo mai dovuto adottarti, sei stato il mio castigo” le dice Luisa. “Meriti l’inferno” le risponde Maria prima di andarsene dal cimitero.

Rimaste sola con Amparo, Maria le dice che è arrivato il momento di festeggiare la fine di Enrique. Ma quando Maria si corica, Amparo gira per casa munita di pistola: è pronta a ucciderla ma viene colpita in testa. Quando si risveglia Amparo si trova in una cella frigorifera: adesso lavora per un cinese, esattamente come è successo a sua sorella.

“Un giorno te ne pentirai” le dice Pablo. “Io ti amo e voglio tornare con te, ma così no”. Maria quindi si decide a “riscattare” Amparo.

Tornate a casa, Maria le dice che l’avrebbe lasciata lì a marcire: “Che peccato, tra noi poteva essere diverso. Spero solo che i soldi che mio zio ti ha dato ne valessero la pena. Ho dato tutta la documentazione alla polizia quindi significa che non ti resta nulla, dovrai guadagnarti da vivere. Tuo figlio è l’unica cosa che ti resta” le dice prima di lasciare la casa dei Vergel.

Maria adesso cercherà di essere felice con Pablo e con la piccola Maria, che ha adottato.

“Ho avuto pochi momenti felici ma adesso voglio viverli tutti. Dopo 13 anni di sofferenze sono nata una seconda volta e adesso voglio guardare solo avanti. Mi chiamo Maria Fuentes e finalmente la mia vendetta è compiuta” dice Maria.

La puntata però finisce a sei anni di distanza a Zurigo dove Quique, cresciuto, è intenzionato a prendere tutti i soldi del conto corrente. Molti soldi. “Serviranno a compiere vendetta sulla morte di mio nonno” dice.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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