Disoccupazione in stallo a gennaio all’11,5% | Crescono i contratti a tempo indeterminato

di Redazione

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Disoccupazione in stallo a gennaio all’11,5% | Crescono i contratti a tempo indeterminato

| martedì 01 Marzo 2016 - 11:15

Non migliora la situazione del lavoro in Italia a gennaio che resta in sostanziale stallo. A dirlo è la stima preliminare dell’Istat secondo la quale nel primo mese del 2016 il tasso di disoccupazione è stato pari al 11,5%, invariato dall’agosto 2015.

Poco confortante è infatti la variazione di +0,1% rispetto al dicembre 2015 in cui era di 11,6%. Desta ancora preoccupazione il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che è risultato invece pari al 39,3%,  registrando un aumento di 0,7 % rispetto al mese precedente.

Secondo l’Istat l’aumento del tasso di disoccupazione giovanile si deve ad una diminuzione degli occupati di 31mila unità nel mese, mentre i disoccupati sono scesi di 4mila unità.

Dopo il calo di dicembre (-0,2%), a gennaio 2016 gli occupati sono aumentati di 70mila unità (+0,3%) su dicembre 2015 tornando al livello di agosto e di 299.000 su gennaio 2015 (+1,3%). La crescita è determinata dai dipendenti permanenti (+99mila su dicembre, +426mila sul 2015) mentre calano quelli a termine (-28mila) e gli indipendenti restano sostanzialmente stabili. L’aumento di occupati riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente: si tratta del livello più alto da maggio 2012. Gennaio 2016 è anche il primo mese di sgravio contributivo al 40% dopo un anno di esonero totale per le assunzioni stabili.

A gennaio, la stima degli inattivi (le persone che pur essendo in età da lavoro restano fuori dal mercato) tra i 15 e i 64 anni indicata dall’istituto di statistica è diminuita dell’1,7% su gennaio 2015 e dello 0,4% (-63 mila) su dicembre 2015 con un calo di 209mila unità. Il calo è determinato dalla componente femminile e riguarda soprattutto le persone tra i 50 e i 64 anni. Il tasso di inattività scende al 35,7% (-0,1 punti percentuali).

“La politica monetaria non basta – ha detto Anna Maria Furlan segretario generale della Cisl su La7– e che ci vuole un cambiamento radicale di politica economica dell’Italia e dell’Europa, con un cambiamento del Fiscal compact che ha fatto il suo tempo”.

“Le riforme sono essenziali ed il Governo le ha fatte – ha dichiarato il ministro del Lavoro Poletti – ma senza l’impegno responsabile di tutta la comunità nazionale i risultati sarebbero meno significativi”.

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