Tutto secondo copione nel “supermartedì” delle primarie Usa. Donald Trump e Hillary Clinton vincono in 7 stati (a spoglio ancora in corso) e si avvicinano sempre sempre di più alla nomination repubblicana e democratica.
Guai però a pensare che gli equilibri possano rimanere tali anche nelle prossime settimane. Perchè nel Gop l’insofferenza verso Trump è ormai evidente. E perché tra i Dem, Bernie Sanders, dimostra di essere sempre in pista portando a casa il successo in quattro Stati.
Trump esulta in Alabama, Arkansas, Georgia, Massachusetts, Tennessee, Vermont e Virginia. Ted Cruz, invece, in Oklahoma, Texas ed Alaska. Solo il Minnesota per Marco Rubio. “Avremo il muro con il Messico – rilancia Trump – La Clinton ha commesso un atto criminale: se correrà sarà un giorno triste per questo Paese”.
La Clinton vince a mani basse in Alabama, Arkansas, Georgia, Massachusetts, Tennessee, Texas e Virginia. Bernie Sanders conquista invece Colorado, Minnesota, Oklahoma e Vermont. Per i democratici erano in palio 865 delegati su 2.383 necessari per la candidatura.
La Clinton è ora a quota 527 (+436) mentre Sanders ne può contare 325 (+260). La sfida nel Partito democratico si prospetta quindi agguerritissima. I candidati repubblicani, invece, hanno gareggiato per 595 delegati sui 1.237.
Trump ora è a quota 268 (+186), seguito da Cruz a 142 (+125), Rubio a 78 (+62), John Kasich a 24 (+18) e Ben Carson a 8 (+3). Cruz rilancia: “Quanto più a lungo rimane diviso il campo tanto più probabile è la nomination di Trump. La nostra campagna è l’unica che sa, può e ha vinto contro Trump”.