A rischio la produzione italiana di pomodoro | L’allarme di Cicu (Fi) alla Commissione Europea

di Redazione

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A rischio la produzione italiana di pomodoro | L’allarme di Cicu (Fi) alla Commissione Europea

| giovedì 17 Marzo 2016 - 14:18

La produzione italiana di pomodoro è a rischio: la minaccia arriva dalle importazioni dal Marocco. L’allarme arriva dall’eurodeputato Salvatore Cicu di Forza Italia, ed è contenuto in una interrogazione presentata alla Commissione Europea, nella quale vengono sollecitati interventi precisi previsti dall’ordinamento europeo.

“La produzione alimentare italiana – sostiene Cicu – è minacciata dal fatto che le importazioni di pomodoro dal Marocco in Europa sono raddoppiate a gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno, superando i contingenti di importazione fissati dall’accordo commerciale tra Unione europea e Marocco. Nel solo mese di dicembre 2015 il Marocco ha esportato 39.521 tonnellate di pomodoro verso l’Unione Europea. L’accordo è fortemente contestato dai produttori agricoli poiché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi nocivi per la salute che sono viceversa vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni avvengono in condizioni di “dumping” sociale per il basso costo della manodopera. L’Italia produce oltre un milione di tonnellate di pomodoro da mensa, mentre la Sicilia è leader del settore. Per via delle importazioni è aumentato il rischio di frodi con il pomodoro marocchino venduto come italiano e le quotazioni per il produttore agricolo sono crollate del 43,7 % nella prima settimana di gennaio, raggiungendo così livelli insostenibili”.

Salvatore Cicu chiede alla Commissione europea di riferire sulla possibilità di effettuare una valutazione di impatto che tenga conto delle difficoltà dei produttori europei, alla luce della politica europea di chiusura, e di intervenire sull’accordo commerciale, anche con l’eventuale attivazione delle clausole di salvaguardia.

“È necessario far comprendere alle istituzioni europee – conclude Cicu – che non saranno accettate ulteriori penalizzazioni dell’agroalimentare italiano, fiore all’occhiello del nostro Paese. Occorrono azioni forti, di tutela del made in Italy”.

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