Referendum sulle trivelle, il Pd non ci sta | “Se passa, migliaia di italiani saranno licenziati”

di Redazione

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Referendum sulle trivelle, il Pd non ci sta | “Se passa, migliaia di italiani saranno licenziati”

| giovedì 17 Marzo 2016 - 19:06

Il Pd si spacca anche in merito al referendum sulle trivelle. “Questo referendum è inutile –  si legge infatti in una dichiarazione congiunta di Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani – Non c’è nessuna nuova trivella, ma solo tante bugie. La serietà prima di tutto”.

“Ma lunedì parleremo anche di questo e vedremo chi ha i numeri. A norma di Statuto, per utilizzare il simbolo del Pd – riporta la nota diffusa dopo le critiche dalla minoranza dem che è contro l’astensione – Questo referendum non riguarda le energie rinnovabili, non blocca le trivelle (che in Italia sono già bloccate entro le 12 miglia, normativa più dura di tutta Europa), non tocca il nostro patrimonio culturale e ambientale. Come hanno spiegato i promotori (alcune regioni) si tratta solo di dare un segnale politico. Perché nel merito il quesito riguarda la durata delle concessioni delle trivelle già in essere. Nient’altro”.

Impossibile interrompere l’estrazione di gas e licenziare dipendenti: “Ci sono alcune piattaforme che estraggono gas. Ci sono già. Vi lavorano migliaia di italiani. Finché c’è gas, ovviamente è giusto estrarre gas. Sarebbe autolesionista bloccarle dopo avere costruito gli impianti – continuano -. Licenziare migliaia di italiani e rinunciare a un po’ di energia disponibile, Made in Italy. Col risultato che dovremmo acquistare energia nei paesi arabi o in Russia, a un prezzo maggiore”.

Quindi l’affondo sui costi “Il referendum voluto dalle regioni costerà 300 milioni agli italiani. La legge prevede che non possa essere accorpato ad altre elezioni. Pensiamo che, nello specifico, i soldi per questo referendum potevano andare ad asili nido, a scuole, alla sicurezza, all’ambiente – si legge ancora – E di questo parleremo durante la direzione di lunedì, ratificando la decisione presa come vicesegretari”, sottolineano.

“Se il referendum passerà – continuano Guerini e Serracchiani- l’Italia dovrà licenziare migliaia di persone e comprare all’estero più gas e più petrolio. Ecco perché la segreteria pensa che questo referendum sia inutile. Chi vuole dare un segnale politico, fa politica: non spende 300 milioni del contribuente. Ma non raccontiamo che è un referendum contro le nuove trivellazioni, non raccontiamo che è un referendum che salva il nostro mare (anche perché a quel punto le aziende non smonteranno le trivelle che resteranno per sempre nel mare, anche se non operative). Non c’è nessuna nuova trivella, ma solo tante bugie. La serietà prima di tutto. Ma lunedì parleremo anche di questo e vedremo chi ha i numeri, a norma di Statuto, per utilizzare il simbolo del Pd”.

Ma c’è anche l’attacco del capogruppo M5S alla Camera Michele Dell’Orco che mette in risalto le contraddizioni del Pd: “Il volto del Pd è pro trivelle, questo è evidente. Prima la minoranza vota lo sblocca Italia, poi gioca la parte dell’opposizione in alcune regioni ed infine mette la faccia sull’astensione come dimostra l’adesione formale agli spazi contro il referendum riportata dall’Agcom. Il Pd trivella la democrazia”.

“Stupiscono – prosegue Dell’Orco – le dichiarazioni di parlamentari della minoranza Pd oggi che si chiedono chi ha deciso l’adesione agli spazi pro astensione anche in televisione. Lo ha deciso il loro segretario, il loro padre-padrone. Se vogliono essere coerenti e votare il referendum possono farlo, non serve abbaiare in politichese senza prendere davvero posizione”.

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