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Renzi lancia la campagna per il “sì” al referendum | “Vinceremo noi, se perdo vado a casa”

Comincia da Firenze la campagna per il “sì” al referendum sulle riforme costituzionali in programma ad ottobre del Premier Matteo Renzi. “Noi vinceremo il referendum, ne sono certo – ha dichiarato il Presidente del Consiglio -, però quello che è più importante di vincere il referendum è coinvolgere gli italiani”, che poi ha aggiunto: “Da questa sfida dipende il futuro delle nostre istituzioni”.

Il referendum sulla riforma del Senato e della Legge Elettorale rischia di trasformarsi in una sorta di voto di fiducia popolare sull’operato del Governo e Renzi sembra intenzionato ad impegnarsi in prima linea per vincere la sfida contro le opposizioni.

“Ora c’è una partita che da solo potrei anche vincere ma non basterebbe – dichiara Renzi – Nel referendum la domanda è molto semplice: sì o no. Ma lì dentro c’è molto di più: c’è la riforma istituzionale. La riforma non è contro chi ha combattuto per la libertà – precisa Renzi, rigettando le accuse di aver modificato la Costituzione in direzione di una svolta autoritaria -. Con il referendum un presidente della regione non guadagnerà più del presidente del Consiglio, ma neanche più del presidente degli Stati Uniti. Tutte queste cose determineranno divisione tra l’Italia che dice sì e l’Italia che sa dire solo no.  Io non mi risparmio: non siamo noi a vincere questa sfida. La rottamazione non vale solo quando si voleva noi: se non riesco vado a casa. È essenziale che ognuno di voi si prenda un pezzettino e da domenica 15 maggio pubblicheremo come fare”.

Per il Premier è stata anche un’occasione per parlare dei risultati ottenuti con la riforma del lavoro: “Grazie al Job Act 398 mila persone in più che lavorano. Non basta”  ha detto, ricordando poi i dati Istat che segnalano circa 350 mila disoccupati in meno: “Ieri quasi 400 mila persone hanno potuto festeggiare la giornata del lavoro”.

“Negli ultimi anni l’Italia aveva smarrito il filo sulla politica estera – ricorda Renzi, elogiando le recenti operazioni di politica estera del suo Governo -, c’è un grande bisogno di Italia in Europa che se no diventerebbe troppo tecnocratica”. Poi sottolinea l’efficienza dei servizi di intelligence italiani “tra i migliori al mondo”.

Renzi respinge le accuse piovute sul Governo in merito a presunti favoreggiamenti alle Banche, affermando di aver attuato cambiamenti profondi anche in questa direzione: “Sul tema delle banche abbiamo eliminato il meccanismo atroce e assurdo delle banche popolare, garanzie alle banche di credito cooperativo e salvato i correntisti di quelle banche che rischiavano di perdere le obbligazioni. I problemi delle banche – continua il Premier – non si originano qui, hanno visto intere classi dirigenti reggersi l’un l’altra. Abbiamo messo la parola fine, e adesso portiamo le banche a dare credito alle piccole imprese, alle famiglie”.

Il Presidente del Consiglio prende la sua città, Firenze, come esempio virtuoso di buona politica: “Ancora non siamo riusciti a restituire all’Italia quel sentimento di orgoglio, di appartenenza, di passione, fondamentale per una grande impresa – ammette -. A Firenze è cambiato tutto quando ho pedonalizzato piazza Duomo: non ci credeva nessuno. Questo è molto più importante del pil, dell’Irap… quello che sta nell’agenda è restituire agli italiani l’orgoglio di appartenere qualcosa di grande“.

In conclusione del suo intervento, i proclami sulle prossime iniziative del Governo: “Se partono gli investimenti l’Italia riparte. Tutto quello fatto è enorme, ma non basta: la vera sfida inizia adesso. Ora ci criticano quelli che due anni fa hanno firmato il fiscal compact. Tra il 10 e il 12 maggio votiamo le unioni civili, probabilmente con la fiducia, e il 25 maggio ci sarà il voto della legge sul terzo settore”.

 

Martino Giordano

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Martino Giordano
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