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Colpo alla famiglia di Borgetto, 9 arresti NOMI| Divieto di dimora per Pino Maniaci FOTO

Sono 9 gli arresti eseguiti dai carabinieri di Partinico nei confronti degli esponenti della famiglia mafiosa di Borgetto, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni.

Già dal 2012, i carabinieri di Partinico, coordinati dalla Procura distrettuale di Palermo, avevano avviato un approfondito monitoraggio sulla famiglia mafiosa di Borgetto, con particolare riguardo alle figure di Antonino Giambrone e dei fratelli Tommaso e Francesco.

Dalle indagini è emerso il ruolo di comando assunto da Antonino Giambrone. L’11 febbraio del 2013 era stato scarcerato Nicolò Salto, storico esponente mafioso in opposizione allo schieramento della famiglia Giambrone. Una “contrapposizione che aveva già condotto all’omicidio di Antonino Giambrone (cl. 71).

I nomi degli arrestati sono: Francesco Petruso, Salvatore Petruso, Nicolò Salto, Giuseppe Toia, Antonino Frisina, Antonino Giambrone, Francesco Giambrone, Giuseppe Giambrone.

Salto, tornato in libertà,  cerca immediatamente di imporre la sua presenza sul territorio. I carabinieri registrano “i primi segnali di affermazione in alcuni danneggiamenti a imprenditori locali“. Nell’aprile del 2013,  Antonino Giambrone viene arrestato nell’operazione “Nuovo Mandamento”.

Poco dopo, in un incontro su Corso Roma di Borgetto, Salto rassicura il padre di Giambrone che il figlio non sarebbe stato abbandonato. L’incontro segna una pax mafiosa tra clan rivali e l’affermazione di Nicolò Salto. Seguono fitti incontri tra i Giambrone e Nicolò Salto che delineano il programma criminale sul territorio.

Il gruppo criminale, a questo punto diretto da Salto, si avvale dei Giambrone per la raccolta dei proventi estorsivi. Il sostegno logistico è fornito invece da Antonino Frisina, autista del boss Salto. È anche emerso l’interesse  della compagine mafiosa a condizionare le scelte amministrative del comune di Borgetto, con particolare riguardo all’esecuzione di alcuni lavori pubblici.

Nell’ambito di queste indagini “è stata documentata la condotta di Giuseppe Maniaci (conosciuto come “Pino”, ndr), direttore dell’emittente televisiva “Telejato”, indagato per estorsione per aver ricevuto somme di denaro e agevolazioni dai sindaci di Partinico e Borgetto”. Nei suoi confronti è anche scattato un divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani.

E da alcune intercettazioni emergono chiaramente le “pressioni” di Maniaci sui due sindaci: “Qui si fa come dico io… se no se ne vanno a casa. Tutti e dico tutti si cacano… il sindaco mi vuole parlare… se non si mette le corna a posto lo mando a casa… a Natale non ti ci faccio arrivare”.

Egidio Villa

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Egidio Villa
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