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McLaren, compie 50 anni la mitica scuderia. Prost e Senna i suoi “gioielli”.

50 anni e non sentirli. Era il 1966, infatti, quando la McLaren decise di mettere le proprie vetture in pista, cominciando a scrivere una pagina memorabile all’interno della lunga storia della Formula 1.

Emerson Fittipaldi, James Hunt, Niki Lauda, Alain Prost, Ayrton Senna, Mika Hakkinen, Lewis Hamilton: sono alcuni dei campioni che hanno corso per la scuderia inglese con sede a Woking. Grazie a loro e al proprio staff di tecnici, la McLaren riuscì a riempire una eccezionale bacheca di trionfi: 12 Mondiali Piloti e 8 Mondiali Costruttori.

Unica scuderia assieme alla Mercedes ad essersi aggiudicata almeno una vittoria nelle tre principali competizioni automobilistiche (F1, 500 miglia di Indianapolis, 24 ore di Le Mans), la McLaren conosce la prima vera gioia nel 1974, quando vince con Fittipaldi il suo primo Mondiale Piloti e Costruttori.

Il bis arrivò nel ’76 con la guida di James Hunt, prima che l’involuzione del modello M23 adottato dalla scuderia inglese non le permise di recitare un ruolo di primo piano per alcuni anni. Una svolta la rappresentò sicuramente l’arrivo del team-manager Ron Dennis, all’inizio degli anni ’80, che riesce a strappare il “colpaccio” di riportare in sella Niki Lauda (si era ritirato nel 1979). Inoltre viene inaugurata la prima macchina con telaio in fibra di carbonio, la MP4/1.

Il pilota austriaco non delude le attese e porta di nuovo in gloria la McLaren con la conquista del Mondiale ’84, prima che entri sulla scena il “Professore” Alain Prost: il pilota francese arricchisce ulteriormente la sala trofei, portando in Inghilterra altri tre Mondiali.

Il 1988 è l’anno di grazia, con l’arrivo del campione brasiliano Ayrton Senna e il record delle McLaren che vinsero 15 Gran Premi sui 16 disputati, ovviamente portando a casa tutti i titoli. Non è facile la convivenza tra Prost, pilota esperto e amante della tattica, e il giovane Senna, “artista” del volante e portato a guide più spericolate e coraggiose, al limite della temerarietà.

Il decennio a cavallo tra gli ’80 e i ’90 rappresentano sicuramente l’apice della carriera del pilota brasiliano, che si ripete vincendo anche nel 1990 e 1991. Con il ritiro di Prost nel ’93 e il passaggio di Senna alla Williams nel ’94 (il campione morirà tragicamente proprio quell’anno nel corso del GP di Imola), si chiude un ciclo d’oro per la scuderia inglese.

Il 1998 è l’anno della rinascita grazie ad un nuovo talento come Mika Hakkinen, che conquista il Mondiale anche la stagione successiva. La crisi torna però agli albori degli anni 2000, con l’apice negativo del 2006 quando la McLaren non riesce a vincere nemmeno una singola gara.

Arrivano però altri talenti come Fernando Alonso e Lewis Hamilton, il cui rapporto burrascoso ricorda quello della celebre coppia Senna-Prost. Nel 2008 Hamilton riesce a riportare il titolo in McLaren, vincendo nella classifica per un solo punto su Massa (Ferrari).

Seguono nuovi anni di magra fino al record negativo del 2013, peggiore stagione degli ultimi 47 anni. Nel 2015 la McLaren passa ai motori Honda e schiera la coppia di piloti Button-Alonso, ma l’ultimo titolo della storica scuderia rimane quello di Hamilton.

Dopo 8 anni all’asciutto in Inghilterra vogliono tornare a sognare, magari onorando così lo storico traguardo dei 50 anni di attività in pista. Siamo sicuri che la McLaren tornerà a scrivere pagine importanti nella storia della Formula 1, magari assieme alla Ferrari.

 

 

 

 

 

 

Davide Mannelli

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Davide Mannelli
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