Secondo i dati diffusi dalla ricerca Censis-Rbm relativa al biennio 2013-2015, i costi della Sanità graverebbero sempre più sulle famiglie. Il numero degli italiani che rinuncia alle cure mediche a causa di difficoltà economiche è infatti aumentato: erano 9 milioni nel 2012 e sono diventati 11 milioni le persone che hanno dovuto rinunciare alle prestazioni sanitarie.
A soffrire il problema sono 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di millennials, ovvero i nati tra il 1980 e il 2000. Secondo il report presentato in occasione del Welfare Day, nell’ultimo anno è anche aumentata la spesa sanitaria privata che è arrivata a 34,5 miliardi di euro.
Gli esperti spiegano che: “L’universo della sanità negata tende a dilatarsi, tra nuovi confini nell’accesso al pubblico e obbligo di fatto di comprare prestazioni sanitarie”. Ma rinunciare alla Sanità significa anche “meno salute per chi ha difficoltà economiche o comunque non riesce a pagare di tasca propria le prestazioni nel privato o in intramoenia”.
C’è anche un’altra faccia della medaglia, perché dalla ricerca Censis -Rbm è emerso che, nell’ultimo anno, più di 5 milioni di italiani hanno ricevuto prescrizioni di farmaci, visite o accertamenti diagnostici che si sono rivelati inutili. Nonostante ciò, oltre il 51,3% si dichiara contrario a sanzionare i medici protagonisti di tali condotte.
E come se non bastasse le liste d’attesa rimango un incubo visto che 10 milioni di italiani ricorrono al privato e 7 milioni all’intramoenia perché non possono permettersi di aspettare. “Il decreto sull’appropriatezza incontra l’ostilità dei cittadini, che sostengono la piena autonomia decisionale del medico nello stabilire le terapie, anche come baluardo contro i tagli nel sistema pubblico”.