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Squadra Antimafia 8, quarta puntata 30 settembre 2016: Anna sospetta di Giano e si trova in pericolo

La quarta puntata di Squadra Antimafia 8 inizia con De Silva ancora prigioniero di Milla, la quale gli ha installato un rilevatore nel petto che contiene quattro grammi di cianuro: lei deve inserire un codice ogni 24 ore se Filippo non vuole che il cianuro si sciolga e lo uccida. 

Intanto alla Duomo, Anna interroga Tindaro Marchese, solo che lui non dice nulla. Licata invece ha ricevuto una segnalazione su Rachele Ragno e Torrisi: “Hanno fatto danni separati, insieme saranno ancora più pericolosi”, dice il questore alla Cantalupo.

Anna discute con Giano e gli chiede che succede. “Lascia che ti aiuti”, gli dice ma lui non parla. “Pensavo ti fidassi, che tra di noi ci fosse un rapporto che va al di là del lavoro”. Lui si dice dispiaciuto e se ne va.

Antimo e Rachele fanno sesso, proprio mentre gli uomini dei Corda si impossessano dei giri criminali che erano appartenuti ai Marchese, uccidendo anche diversi uomini. Un ragazzo però la Duomo lo riesce a portare in ospedale. A lui Anna chiede dove sono gli ultimi Marchese rimasti: si cercano ancora Riccardo e Agnello.

Ai due non è rimasto più niente, quindi pensano che sia arrivato il momento di chiamare Reitani per l’affare dell’uranio. Ad ascoltare le loro conversazioni c’è De Silva, proprio mentre la Duomo arriva per fare irruzione.

Anna dice a Settembrini di parlare con Tindaro Marchese, ma per il poliziotto non si mette bene: “So che Reitani mi ha incastrato e tu sei il suo uomo. Trova il modo di aiutarmi oppure finiamo nella stessa cella”, gli intima il mafioso.

Squadra antimafia 8, quarta puntata

Torrisi spiega a Rachele e Antimo che stava organizzando l’asta per la vendita dell’uranio ma che non aveva il contatto diretto con il venditore.

Reitani va in ospedale a trovare un suo vecchio amico, Anselmo, ormai in punto di morte. “So perché sei qui, devi andare fino in fondo”, gli dice. Poi il boss lo soffoca con il cuscino. Nigro approfitta dell’assenza del padrone di casa per andare a trovare Patrizia: i due finiscono per fare sesso. Lui vuole il suo aiuto, ma lei sembra voler qualcosa di più.

De Silva incontra il responsabile dei Servizi Segreti, gli dice le novità e gli chiede di sua figlia che viene tenuta sotto sorveglianza. Poi si vede con Milla, alla quale ribadisce che dopo il loro incontro “al cianuro”, ha deciso di lavorare per lei. De Silva vuole parlare con Tindaro Marchese. “Assalire la Duomo? Ma tu sei pazzo?”, gli dice Milla.

Squadra antimafia 8, quarta puntata

A pochi passi dalla Duomo avviene un’esplosione. Anna manda tutti in strada per capire cosa è successo e De Silva, travestito da poliziotto, si infiltra. Subito dopo, insieme a Milla, fanno esplodere una serie di ordigni negli uffici della Duomo: tutti gli agenti sono costretti ad abbandonare l’edificio.

Rosalia rimane incastrata sotto un armadio e Sciuto sembra essere l’unico rimasto per darle una mano. De Silva nel frattempo riesce a entrare nella sala interrogatori e a prendere Tindaro. Giano sente le urla di Sciuto e inseme si portano in salvo: Vito sta camminando.

Mentre sta facendo evacuare l’edificio, Anna vede De Silva salire in auto con un donna, che dai tratti sembra una slava, e Tindaro Marchese. I due hanno intenzione di torturare il mafioso per ottenere le risposte che cercano sulla partita di uranio.

Vito torna di nuovo a sentire qualcosa nelle gambe: presto potrà tornare a camminare.

Licata va a parlare con la Cantalupo. I superiori vorrebbero che fosse uno con più esperienza a capo della Duomo, ma il questore vuole continuare a darle fiducia. Solo che ha una domanda: “Come ha fatto De Silva a prendere Tindaro? Non c’era nessuno con lui?”. Anna, che sa che il mafioso era in sala interrogatori con Giano Settembrini, continua ad avere dei dubbi sul collega.

Squadra antimafia 8, quarta puntata

Antimo, grazie a un informatore, trova il casale dove De Silva tiene prigioniero Tindaro. Alla Duomo rintracciano Milla e scoprono anche loro il casolare grazie ai movimenti della carta di credito. Ma sulle tracce di De Silva si sta muovendo anche Rachele Ragno in cerca di vendetta. Segue una sparatoria, nella quale Rachele uccide Tindaro mentre mira a De Silva. Al casolare arriva anche la Duomo e i colpi di pistola non si contano più…

Anche Carlo si rende conto che Giano è strano, gli offre il suo aiuto ma Settembrini dice che deve risolvere la cosa da solo. Intanto Sciuto arriva alla Duomo senza la sedia a rotelle e Anna rimette tutti a lavoro, senza orari d’ufficio: “A Catania sta succedendo qualcosa di grosso. Ci hanno preso alla sprovvista una volta, non succederà più”.

Nel frattempo Patrizia trova Giovanni Reitani intento a guardare delle foto di quando era giovane e della fidanzata di allora, Maria. “Ma è identica a me”, dice la ragazza.

Anna parla con Rosalia: per lei dietro alla cattura dei Marchese c’è Reitano, il quale deve avere per forza una talpa all’interno. La Cantalupo allora le parla dei suoi dubbi su Giano, sugli arresti compiuti grazie ai suoi informatori di cui però non ha menzionato nomi nei verbali. Un nome però lui gliel’ha fatto, in confidenza, e Anna è intenzionata a verificare di persona: “Giano è uno dei nostri, voglio essere certa”.

Settembrini allora va dallo spacciatore che aveva indicato ad Anna e gli intima di andarsene: solo che non fa in tempo perché la Cantalupo e Rosalia sono già alla porta. Giano cerca una via di fuga per non farsi beccare dalle sue colleghe solo che Anna trova il suo accendino.

Rosalia non è convinta ma Anna chiude la faccenda: “Ho sbagliato a dubitare di uno dei miei e soprattutto ho sbagliato a coinvolgerti”.

Patrizia nel frattempo manda un sms all’ispettore Nigro chiedendogli di vedersi. I due si incontrano in un hotel ma non per parlare…

Settembrini invece lascia la Duomo e Anna gli sta alle calcagna. Il poliziotto va a casa di Reitani puntandogli contro una pistola: “Ti dichiaro in arresto”.

Alla villa di Reitani però arrivano anche i Corda e Rachele Ragno, che prende di mira Anna e gli punta una pistola alla testa. La puntata finisce qui.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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