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Ravenna, blitz anti-prostituzione: 11 arresti| I rumeni controllavano la costiera romagnola

Sono tutti rumeni gli undici arrestati dai carabinieri di Ravenna nell’ambito di un blitz anti-prostituzione. I criminali, attivi anche a Bologna, Lodi, Cremona e Milano, sono accusati in particolare di fare parte con ruoli differenti – chi promotore e chi semplice affiliato – di un’associazione che controllava la prostituzione sull’intero tratto romagnolo della Statale 16 Adriatica.

Sette di loro sono destinatari di un provvedimento di carcerazione chiesto dal pm che ha coordinato le indagini scattate circa un anno fa. Per gli altri quattro sono stati chiesti i domiciliari. Contestualmente alle applicazioni delle misure cautelari, sono stati sequestrati beni per un milione di euro distribuiti tra le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Lodi.

Le indagini erano partite nel 2015 dalla denuncia di una prostituta. In totale sono una trentina le donne coinvolte nel giro, di cui circa venti già identificate. Gli 11 accusati sono tutti romeni di origine nomade imparentati tra di loro. Uno è ancora latitante, gli altri sono in carcere; devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

Gli altri 4 indagati sono cittadini di origine bulgara che da tempo gestivano le piazzole sulla Statale Adriatica in Romagna e ai quali i romeni versavano 100 euro al giorno (o 500 alla settimana) per ragazza. Per loro l’accusa è di concorso nello sfruttamento: solo uno di loro – una donna di vertice che abitava a Cesenatico (Forlì-Cesena) – si trova in carcere.

Le prostitute, spesso reclutate via Facebook, venivano controllate di persona con appostamenti ad hoc oppure tramite whatsapp con specifico gergo. Cinque dei romeni sono stati bloccati durante una festa in un locale di Codogno (Lodi); il sesto a Forlì, città nella quale perlopiù vivevano con le famiglie e alto tenore di vita.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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