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Rosberg, Prost, Borg, Thorpe e Pennetta: lasciare lo sport da campioni

Abbandonare lo sport da vincenti o gareggiare fino a quando il fisico lo permette? Nel primo caso il ricordo del campione è quello dell’ultimo trofeo vinto, nel secondo, le vittorie sono leggermente offuscate dalle ultime stagioni agonistiche, magari non disputate al top.

Ci sono i pro e i contro. Quando si è al top e si decide di abbandonare, la scelta è davvero forte perchè potrebbe esserci il rammarico di non aver continuato per qualche altro anno accompagnata dalla nostalgia delle vittorie del campione da parte dei supporters. Quando è il momento di dare l’addio è soggettivo e dettato da mille motivazioni.

Sono tanti in passato i campioni che hanno deciso di salutare i rivali e godersi i trionfi, e in pochi casi sono tornati all’agonismo anche se non con le stesse fortune. Rosberg è solo l’ultimo campione in ordine di tempo a lasciare da vincente.

In Italia ricordiamo Flavia Pennetta che ha dato l’addio al tennis, tra le lacrime, pochi minuti dopo aver conquistato dopo la storica vittoria agli Us Open contro la connazionale Roberta Vinci. Sempre nel tennis come non ricordare l’addio di Marion Bartoli dopo aver vinto Wimbledon. Uno tra gli ultimi ad aver creato uno choc tra gli sportivi è stato Casey Stoner, che in molti vorrebbero rivedere in sella ad una moto. L’australiano abbandonò nel 2012 la MotoGp da campione del mondo in carica.

Nel 1993 Alain Prost ha appeso ‘il casco al chiodo’ dopo aver vinto il quarto titolo mondiale. Anni prima, anche Bjorn Borg si ritirò giovane (27 anni) dopo 11 titoli Slam.

Nel nuoto si ricordano Mark Spitz e Ian Thorpe. Quest’ultimo, insieme a Bjorn Borg, fu tra gli atleti che dopo alcuni anni di pausa tentò di tornare all’attività agonistica ma i successi non arrivarono.

Destino diverso per Michael Fred Phelps, considerato il più grande nuotatore di tutti i tempi. Ritiratosi dopo i Giochi Olimpici di Londra nel 2012, tornò in vasca nel 2014 per preparasi alle Olimpiadi di Rio del 2016 dove vinse cinque medaglie d’oro e una d’argento e il 13 agosto del 2016 diede l’addio definitivo, da vincente assoluto. A 31 anni ha dichiarato “il mio corpo ha dato tutto”.

Denise Marfia

Il giornalismo è passione rimasta intatta dopo oltre 16 anni di lavoro. 'Nata' giornalisticamente in TV, ho collaborato con diversi quotidiani e radio. Ho curato uffici stampa della pubblica amministrazione e di enti. Lavoro presso l'Istituto Superiore di Giornalismo. Settore di competenza: cronaca nera, politica e sportiva.

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